Il Venezuela si avvicina ulteriormente alla Cina. "Pechino è garante della pace nel mondo"


Il cancelliere venezuelano ha accusato gli Stati Uniti della crisi finanziaria che soffre il Venezuela, obiettivo di "un'aggressione economica permanente" da parte della Casa Bianca.

Jorge Arreaza in una conferenza stampa a Pechino, dove si trova per una visita ufficiale di tre giorni, ha dichiarato: "Il nostro è un paese sotto attacco e sotto un'aggressione permanente da parte del governo degli Stati Uniti". Lo riporta Hispan Tv.

Nel ricordare poi come la Cina respinga le misure di forza e le sanzioni economiche - come quelle applicate unilateralmente dagli Stati Uniti contro il Venezuela - Arreaza ha ricordato il ruolo internazionale di Pechino per la prevenzione dei conflitti e per garantire la pace e la stabilità. “La Cina ha garantito relazioni di cooperazione, di rispetto reciproco e di benefici condivisi in una visione di pace nel mondo", ha affermato.



Infine Arreaza ha duramente attaccato il Rapporto che sintetizza la prima strategia di sicurezza nazionale che l'amministrazione del presidente americano Donald Trump ha reso pubblica pochi giorni fa. Nel documento si attacca in particolare la Cina, la Russia e il Venezuela con Pechino che viene descritto come un "potere revisionista" e il Venezuela come una "dittatura".

Recentemente, gli Stati Uniti hanno applicato sanzioni finanziarie contro il Venezuela, che di fatto impediscono al paese di raccogliere denaro dai mercati obbligazionari internazionali, rendendo praticamente impossibile la ristrutturazione delle sue obbligazioni. Secondo il governo venezuelano guidato da Nicolas Maduro, i problemi economici del paese sono dovuti alla caduta dei prezzi del petrolio e, soprattutto, alla "guerra economica" degli Stati Uniti, che, con l'aiuto dell'opposizione venezuelana, è volta a destabilizzare il paese caraibico attraverso una strategia basata su speculazione e accaparramento.

Al momento il Venezuela ha un debito estero di circa 150 miliardi di dollari, di cui 28 miliardi con la Cina, il suo maggiore creditore.

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