La giornalista venezuelana Carola Chávez svela la reale natura degli 'interventi umanitari'

Caracas è senza ombra di dubbio un punto privilegiato da cui osservare, provandolo sulla propria pelle, il modus operandi dell’impero statunitense che di concerto con i suoi vassalli agisce attuando sempre lo stesso copione per rovesciare quei governi che decidono di non piegarsi agli interessi di Washington. Le sofferenze e il bagno di sangue riservato ai popoli della nazione finita nel mirino, purtroppo, sono sempre parte integrante dell’azione imperialista.

In questo articolo che di seguito traduciamo, la nota giornalista venezuelana Carola Chávez, spiega in maniera magistrale in cosa consistono i cosiddetti ‘interventi umanitari’.

Interventi umanitari per idioti

Facciamo un esercizio necessario di ovviologia e parliamo degli interventi umanitari che i leader della MUD implorano. Sì, amici miei, i vostri dirigenti.

Vediamo: Julio Borges va in giro per il mondo chiedendo sanzioni "perché Maduro è un dittatore che viola i diritti umani" e immediatamente Europa e Stati Uniti sanzionano il Venezuela, perché non possono sopportare di vedere persone del terzo mondo soffrire, e tu hai ingoiato. Ecco perché hanno invaso - perdono - hanno aiutato l'Iraq e provocato oltre un milione di morti, che adesso non soffrono più. E dopo la Libia, perché Gheddafi era pazzo e la Siria, anche se si è impigliato lo yoyo, la guerra che hanno montato con i terroristi dello Stato islamico, perché Al Assad era anch’esso pazzo. Ecco perché stanno prendendo di mira l'Iran, e perché le donne lì portano il velo e così via. La cosa strana è che il burqa delle donne che non hanno diritto a nulla, o le decapitazioni pubbliche in Arabia Saudita non disturbano i sanzionatori libertari.

Li infastidisce, invece, che Maduro sia un "genocida”, sì signore, come Franco, come Hitler, come Clinton, Bush e Obama, perché, secondo loro, nega al suo popolo cibo e medicine (che le sanzioni non gli permettono acquistare). Ecco perché devono intervenire da noi, non in Sud Sudan, o in Congo, o Bangladesh, o in altri paesi della nostra stessa America, dove le cifre della miseria sorpassano drammaticamente le nostre.

C’è anche "la diaspora venezuelana": un esodo senza precedenti nella storia, milioni di "rifugiati" che fuggono da questa dittatura affamatrice in altri paesi dove danno loro tutto ciò che il dittatore Maduro nega (lacrimuccia). E te lo dicono i sanzionatori d'Europa di fronte al mar Mediterraneo, trasformato in un'enorme fossa comune per sfollati di guerra e carestie africane. Te lo dice Trump dal Texas, mentre proietta l'altezza invalicabile del suo muro contro gli immigrati affamati dell'America Centrale.

Il Venezuela li ferisce, non il Messico e le sue fosse comuni, né la Colombia, che detiene il record mondiale in questa materia e in altre ancora più terrificanti. Tantomeno li feriscono i loro concittadini che muoiono di povertà in paesi ricchi solo per i ricchi.

Davvero non ti sembra strano tanto dolore così selettivo? Io direi che puzza di petrolio ma, naturalmente, la rozza chavista sono io.

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