I leader dell'America Latina condannano l'attacco guidato dagli Stati Uniti in Siria



teleSUR

Diversi governi latinoamericani, compresi quelli di Cuba e Venezuela, nonché leader e presidenti regionali hanno condannato gli attacchi di Stati Uniti, Francia e Regno Unito in Siria, usando come pretesto il presunto uso di armi chimiche a Douma da parte delle forze del presidente Bashar al-Assad senza che indagini adeguate fossero effettuate.

Il governo cubano è stato tra i primi a denunciare l’aggressione alla Siria. Una dichiarazione del ministero degli Esteri cubano afferma che l'azione unilaterale, ignorando il Consiglio di sicurezza degli Stati Uniti, costituisce una "flagrante violazione del diritto internazionale, oltre ad essere un oltraggio contro uno stato sovrano che peggiora il conflitto in Siria e nella regione".

"Gli Stati Uniti hanno attaccato la Siria senza dimostrare il presunto uso di armi chimiche del governo di Damasco, e nonostante il fatto che l'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche sia già sul campo per aprire un'indagine a Douma", si legge nella dichiarazione.

Cuba è un paese firmatario della Convenzione sulle Armi Chimiche, e respinge fermamente l'utilizzo di questo armamento e di altri di sterminio di massa da parte di chiunque e in qualsiasi circostanza, ha sottolineato il ministero degli Esteri.

"Il governo rivoluzionario cubano trasmette la sua solidarietà e simpatia al popolo e al governo della Siria per la perdita di vite umane e i danni materiali come conseguenza di questo attacco odioso".

Nel frattempo il governo venezuelano ha rilasciato una dichiarazione dopo aver criticato l'attacco, che ignora gli elementi di base delle norme internazionali. "Il governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela respinge e condanna fermamente l'attacco militare unilaterale perpetrato dagli Stati Uniti, dalla Francia e dal Regno Unito, contro il territorio e il fraterno Popolo della Repubblica Araba Siriana", ha affermato in una dichiarazione il ministro degli Esteri del Venezuela.

"Ancora una volta, gli Stati Uniti e alcuni dei suoi alleati ignorano i principi e le norme più elementari del diritto internazionale, quando intraprendono un'azione unilaterale, senza discussione e approvazione all'interno degli organi autorizzati dalle Nazioni Unite".

I commenti da Caracas e l’Avana arrivano poche ore dopo che gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia hanno sparato oltre 100 missili in Siria secondo il governo siriano, la Russia e le forze armate statunitensi. L'esercito siriano ha detto che più di 70 missili dei 105 sparati contro le sue strutture sono stati intercettati dalle difese aeree.

Anche Evo Morales, il presidente della Bolivia, ha condannato gli attacchi ricordando che gli Stati Uniti hanno inventato una storia simile per giustificare le loro reali intenzioni in Iraq.

"Con la forza della dignità, la difesa della pace e dei popoli del mondo, condanniamo fermamente l'attacco squilibrato di Trump contro i nostri fratelli e sorelle siriani: ieri hanno inventato false armi di distruzione di massa per invadere l'Iraq, oggi lanciano missili con un scusa simile”.

Ha inoltre affermato che l'obiettivo finale di Bush era quello di ottenere il controllo sul petrolio, e che ora Trump vuole le risorse naturali della Siria.

Il ministro degli Esteri venezuelano Jorge Arreaza ha suggerito che l'attacco è un nuovo tentativo di riavviare la cosiddetta Guerra Fredda e ha chiesto che il popolo sia pronto per quanto è in arrivo.

"Le misure per dar vita a una nuova Guerra Fredda sono un segno inconfondibile di disperazione e declino dell'imperialismo. Il sistema è sconcertante nelle sue stesse fondamenta.I POPOLI devono essere ATTENTI, MOBILITATI e all’OFFENSIVA. Nulla è più pericoloso di una bestia ferita a morte”.

"L'aggressività occidentale guidata dal suprematismo bianco degli Stati Uniti trova una soddisfazione sadica nel mentire per giustificare la brutalità contro i popoli del mondo. Siamo miliardi che vogliono la pace nel mondo! No alla guerra! No all'imperialismo!", ha dichiarato Delcy Rodriguez, capo dell'assemblea costituente del Venezuela”.

La guatemalteca premio Nobel per la Pace, Rigoberta Menchu, ha condannato l'aggressione e chiesto alla comunità internazionale di fermarla.

"Chiedo alle persone del mondo di condannare la guerra in Siria che veste a lutto la speranza dell'umanità per la pace e faccio appello energicamente a tutti i paesi che compongono l'ONU affinché agiscano immediatamente per fermare le operazioni statunitensi, francesi e britanniche in Siria".

(Traduzione de l’AntiDiplomatico)

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