Da Marcos a Galeano: cosa è stato del subcomandante zapatista?



teleSUR

Il Subcomandante Marcos lo conoscemmo il 1° gennaio 1994. Quel giorno, mentre le più alte autorità del Messico celebravano l'entrata del paese nell'accordo di libero scambio con Stati Uniti e Canada, un esercito indigeno armato del Chiapas dichiarò guerra al governo messicano: l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN).

Da allora, le sue parole, i suoi pensieri, i suoi atti e la sua ribellione, ci hanno rivelato molto di più di quel volto nascosto che solo i suoi occhi lasciavano vedere.

Il subcomandante divenne rapidamente un punto di riferimento per la lotta dei contadini e dei messicani indigeni, un'identità umana che stava iniziando a essere collettiva.

Origini

Marcos ha messo piede in Chiapas con la promozione della teoria maoista insieme ad altri compagni dell’EZLN, ma di fronte ai movimenti indigeni del luogo, trasformò il suo modo di pensare, la sua prassi e il suo discorso.

Il ’Sub’ è solo un paio di occhi con dentro un insieme di occhi di uomini e donne che hanno creato una società diversa, con un'organizzazione autonoma, giusta e solidale: spazi di autogoverno in cui “il popolo governa e il Governo obbedisce".

L'applicazione avviene attraverso diversi metodi, come le cinque regioni conosciute come Caracoles, l'organizzazione regionale che articola i Comuni autonomi ribelli zapatisti.

Ogni Caracol funziona come una sorta di nodo: all’interno articola territorialmente le comunità, e all'esterno sono il primo punto di incontro tra la società civile e gli zapatisti.

Il pensiero di Marcos

Tra gli autori a cui si rivolge, si possono citare Louis Althusser, Michel Foucault, Alain Badiou. Uno dei pensatori che lo influenza maggiormente è il marxista italiano Antonio Gramsci, così come Carlos Monsiváis, Emiliano Zapata ed Ernesto "Che" Guevara.

Da Marcos a Galeano

Lunedì 26 maggio 2014, Marcos apparve di fronte ad alcuni media nella comunità di La Realidad in Chiapas per annunciare la fine del "Subcomandante Marcos" la nascita del "subcomandante insurgente Galeano", in omaggio allo zapatista omonimo assassinato poco tempo prima.

Il subcomandante Galeano oggi

In un recente incontro tenuto ad aprile, Galeano ha affermato che il capitalismo non permetterà il trionfo di Andrés Manuel López Obrador (AMLO). "L'idra capitalista è impazzita (...) vale per tutto e tutti", ha detto.

“Il capitale non permetterà mai che vincano i Lula, le Dilma, i Kirchner, i Correa, gli Evo e gli Obrador, perché questo significa una tregua, anche se López Obrador è molto misurato e promette tutto", ha affermato il rivoluzionario.

Nel dicembre dello scorso anno ha partecipato a un forum chiamato "Coscienze per l'umanità", in cui affermava che in Messico lo stato aveva cessato di esistere. Ora quello che c'è, ha detto, "è una banda di criminali supportata da un gruppo armato che si farà scudo dietro la Ley de Seguridad Interior".

(Traduzione de l’AntiDiplomatico)

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