L'entusiasmante crescita della Bolivia si basa su nazionalizzazioni, investimenti pubblici, rafforzamento del mercato interno e redistribuzione della ricchezza



di Fabrizio Verde

Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha affermato che «grazie all’unità del popolo boliviano abbiamo costruito la nuova Bolivia; quando il popolo è unito nulla è impossibile per il popolo, questa è l’esperienza vissuta in questa epoca».

Il leader indigeno ha pronunciato queste parole in occasione della sessione d’onore dell’Assemblea Legislativa per i 193 anni di fondazione della Bolivia, presso la ‘Casa Nacional de la Moneda’.

Anniversario che cade in una fase storica segnata da una Bolivia in crescita come nessun’altra paese in America Latina. Un paese determinato a continuare il suo percorso basato su autodeterminazione, sovranità e solidarietà.

Evo Morales ha evidenziato che la crescita media del paese è stata sostenuta: il 5% circa. Mentre si prevede che il Prodotto Interno Lordo (PIL) nel 2025 sorpasserà i 50.000 milioni di dollari.

A tal proposito, il presidente ha dichiarato: «Nonostante il contesto esterno sfavorevole e le opinioni malevole di alcuni analisti, la Bolivia ha mantenuto la sua crescita, essendo elevata negli ultimi anni». Inoltre, il PIL della Bolivia tra il 2009 e il 2017 è cresciuto in media del 4,82%, mentre la media regionale si attesta intorno all’1,87%. «Dati che impressionano» tutti gli osservatori evidenzia Morales.

«In 180 anni ci hanno lasciato con 9.572 milioni di dollari di PIL, in 12 anni (abbiamo raggiunto) 28.208 milioni di dollari. Adesso abbiamo un PIL, che entro il 2017, sarà di 37.782 milioni di dollari» ha ricordato il presidente, e previsto che «entro il 2025 avremo un PIL almeno di 50.000 milioni di dollari».

Miracolo ‘Evonomics’

Alcuni osservatori hanno dato un nome preciso all’entusiasmante ascesa della Bolivia: Evonomics.

Perché la crescita economica della Bolivia si basa principalmente sugli investimenti pubblici, il rafforzamento del mercato interno e la redistribuzione della ricchezza ai settori sociali più vulnerabili. Senza dimenticare che il presidente Morales ha provveduto alla nazionalizzazione delle industrie petrolifere e del gas. Oltre a quei beni ritenuti essenziali come l’acqua e le telecomunicazioni.

Nella ‘nuova Bolivia’ di Evo Morales non trovano spazio quelle entità economiche come la Banca Mondiale (BM) o il Fondo Monetario Internazionale (FMI) che tanti guasti inenarrabili hanno prodotto in ogni angolo del mondo. In America Latina, poi, hanno ancora ben impresso il ricordo della ‘larga noche neoliberal’ dove questi organismi facevano il bello e il cattivo tempo. I governanti locali ingrassavano e il popolo era costretto a patire la fame più nera.

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