Venezuela, attentato contro Maduro: emergono ulteriori prove. Coinvolti due esponenti di primo piano dell'opposizione



di Fabrizio Verde

Procedono a passo spedito le indagini condotte dalle forze di sicurezza venezuelane per individuare e catturare tutti gli autori materiali e i mandanti dell’attentato che aveva come obiettivo l’eliminazione fisica del presidente Nicolas Maduro.

Nella giornata di ieri, in diretta televisiva, Maduro ha fornito nuove prove.

Catturato dai servizi di intelligence il capo del commando

Si chiama Juan Carlos Monasterio Vanegas, ex sergente della Guardia Nazionale Bolivariana (GNB), uno degli arrestati per il tentato assassinio contro il presidente Nicolas Maduro. Risulta essere legato a Osman Delgado, finanziere residente negli Stati Uniti. L’ex militare non è nuovo alle cronache golpiste che hanno segnato il Venezuela negli ultimi anni. Nel 2017 è stato coinvolto nell’assalto armato del Fuerte Pamaracay. Caserma situata nello Stato di Carabobo, dov’era di stanza la 41° Brigata dell’esercito bolivariano. Un attacco dove i golpisti riuscirono, prima di essere respinti dalla Guardia Nazionale Bolivariana, a portare via una considerevole quantità di armi e munizioni.

In un video si vede l’ex sergente ammanettato raccontare nel dettaglio tutta la fase preparatoria dell’attentato. Iniziando però dall’assalto al Fuerte Paramacay dove ebbe modo di entrare in contatto con il capitano Juan Caguaripano. Lo stesso che creerà il collegamento con un tenente conosciuto come Pico. Tra gli organizzatori dell’attentato terroristico fallito ai danni di Maduro.

Juan Carlos Monasterio Vanegas rivela: «Nel mese di febbraio vado direttamente in Colombia, entro con ilio passaporto senza alcun problema e quando sono lì a San Antonio mi riceve il tenente Pico a Cúcuta. Andiamo all’accampamento, mi presenta i ragazzi, mi illustra nel più e nel meno la questione: si tratta di un attacco contro il Presidente e mi mette in contatto con Osman Tabosky».

Monasterio poi compie una serie di viaggi tra Venezuela e Colombia con passaporto che le autorità colombiane gli portano via.

A questo punto entrano in gioco due esponenti dell’opposizione: Julio Borges e Juan Requesens, che consentono all’ex militare golpista di poter continuare a fare la spola tra Colombia e Venezuela per preparare l’attentato terroristico con i droni carichi di esplosivo C4.

L’ennesima conferma che l’opposizione venezuelana, come scriveva, l’AntiDiplomatico in questo articolo (Violenza terrorista. Lo strumento politico principale dell'opposizione in Venezuela) di un anno fa, non avendo le capacità di sfidare il chavismo sul terreno democratico ricorre sistematicamente al terrorismo golpista.

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