Rafael Correa denuncia la brutale guerra economica contro il Venezuela

«Il Venezuela è sottoposto a una brutale guerra economica, misure che vanno contro il diritto internazionale e provocano sofferenze alla popolazione, ma nessuno può negare i progressi sociali in Venezuela, Ecuador, Brasile, Bolivia e Argentina». A parlare è Rafael Correa, economista, ma soprattutto ex presidente dell’Ecuador. Un paese rinato grazie a Correa e la Revolucion Ciudadana da lui promossa. Un processo politico e sociale adesso a forte rischio visto che il nuovo presidente Lenin Moreno ha effettuato un clamoroso voltafaccia politico. Poco a poco, infatti, sta smantellando quanto era stato costruito sotto la gestione di Correa. ‘La decada ganada’ come si suol dire in Ecuador, in contrapposizione alla ‘larga noche neoliberal’ che aveva devastato il paese.

L’ex presidente ecuadoriano è stato intervistato agli inizi di settembre dall’eurodeputato spagnolo e giornalista Javier Couso. Una conversazione che gli ha permesso di mettere in luce le conquiste del continente latinoamericano in materia economica e sociale. In un tornante cruciale per il futuro del Sudamerica.

Grazie ai governi socialisti e progressisti della regione, afferma Correa, «siamo divenuti leader mondiali nella trasformazione della matrice energetica, della riforma fiscale, dell'università e del progresso educativo». Sottolineando le virtù dei governi socialisti della regione, impegnati per affermare i diritti dei popoli e gli interessi fondamentali delle masse popolari. Un vero e proprio movimento di liberazione dell’intera regione, il cui precursore fu il Comandante Hugo Chávez.

Risultati particolarmente evidenti proprio in Ecuador dove, spiega Rafael Correa, «abbiamo raddoppiato le dimensioni dell'economia, siamo passati dall'essere un paese a basso reddito a un reddito medio secondo la Banca Mondiale». Mentre adesso, con la nuova gestione di Moreno, il paese rischia di fare un balzo indietro di vent’anni, quando l’Ecuador si trovava sottoposto ai guasti provocati dalle scellerate politiche neoliberiste. Un vero e proprio flagello per l’intera regione.

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