Ecuador, nel nuovo corso di Moreno si dibatte anche sulla depenalizzazione dell’aborto


di Davide Matrone

Quito, 12 novembre 2018


La depenalizzazione dell’aborto ritorna al centro del dibattito político. Due giorni fa l’Assemblea dei Deputati ha dibattuto sulla possibilità o meno di ampliare i casi di depenalizzazione. Negli ultimi mesi le organizzazioni per la difesa dei diritti delle donne stanno pressando l’attuale governo affinché si riapra il dibattitto.

Il passato 25 luglio le rappresentanti delle organizzazioni “Fundación Desafío”, “Coalición de mujeres”, “Colectivo de mujeres con voz” e “Frente de Mujeres” hanno presentato una proposta alla Commissione di Giustizia all’Assamblea dei deputati. L’idea principale è quella di riformare l’art. 150 del Código Orgánico Integral Penal (COIP) introducendo la clausula nella quale si dichiari :”l’aborto é punibile in qualsiasi caso di violenza sessuale”. In Ecuador, secondo la legge in vigore l’aborto è consentito solo in due casi: quando la vita della donna è in pericolo o quando la donna con handicap viene violentata sessualmente.

Dal 2013 si prova a modificare l’art. 150 del COIP, ma con pessimi risultati. Un contributo importante fu dato dalle tre deputate della maggioranza Pabón, Godoy e Buendía che nello stesso anno presentarono una proposta di legge per aumentare la punibilità anche nei casui di qualsiasi violenza sessuale subita dalla donna. Le reazioni contrarie non si fecero attendere e anche il Presidente della Repubblica Correa non appoggiò l’iniziativa delle deputate della sua stessa maggioranza. Pabón, Godoy e Buendía dovettero ritirare la proposta di legge.

Nel frattempo anche nelle piazze si riattualizza il dibattito. Lo scorso 28 settembre hanno manifestato in migliaia per le strade della capitale andina. Al grido “Que viva el feminismo, abajo el patriarcado” hanno raggiunto la sede del Consiglio Superiore della Magistratura e proposto nuevamente la reforma del COIP.

Il quadro attuale è allarmante. L’Ecuador è il terzo paese della regione che registra il numero piu’ alto di adolescenti incinte tra i 10 e i 19 anni. E’ dietro solo il Nicaragua e la Repubblica Domenicana. Dal 2010 al 2018 sono nati vivi 413.318 bebé da bambine – adolescente (dati del Ministero della Salute). La maggioranza delle donne che interrompono la gravidanza hanno meno di 20 anni. Inoltre, il 44.35% di donne minori di 15 anni interompono gli studi per farsi carico da sole della maternità.
La socióloga, Alejandra Santillana, portavoce dell’Assemblea che impulsa la campagna per l’aborto libero in Ecuador, rivendica l’importante ruolo dello Stato in termini di salute pubblica :”E’ importante che lo Stato compia un ruolo fondamentale applicando politiche integrali e di salute pubblica a favore di quelle donne impoverite e soggette a violenze sessuali ed obbligate ad essere madri”.

La terza causa di morte nel paese per le donne è per aborto clandestino. “Queste donne muoiono nella clandestinità. Dal 2013 al 2018, trecentoventisei (326) donne sono state criminalizzate per interruzione di gravidanza, malgrado abbiano sofferto una violenza sessuale. Oltretutto, le donne incriminate e colpevolizzate appartengono tutte ai settori popolari. In pratica, si sta penalizando la povertà, ha concluso la socióloga ecuadoriana dagli studi della Radio Pichincha Universal.

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