La democrazia in Venezuela e la doppia morale dei liberali 'democratici' messa a nudo da Putin



di Fabrizio Verde

Nella giornata di ieri il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, si trovava in Italia per una visita ufficiale. In occasione della conferenza stampa con il presidente del Consiglio Conte interrogato sulla questione Venezuela, Putin ha espresso parole chiarissime sull’argomento. Invitando, in relazione all’autoproclamazione del golpista Guaidò a tornare ad essere guidati da pratiche democratiche.

Lo scorso 23 di gennaio il golpista Guaidò alzava gli occhi al cielo e rivolgendosi a Dio si autoproclamava presidente incaricato del Venezuela.

"Ma Dio non ci ha detto quale fosse la sua reazione a questo messaggio, non ci ha dato alcun segno, è per questo che credo che dovremmo tornare su questa terra transitoria e piena di peccati ed essere guidati da procedure democratiche”.

Dunque Putin ha esortato ad affidarsi alle pratiche democratiche piuttosto che agire attraverso azioni dal sapore golpista.

Un invito che mette a nudo la doppia morale dei ‘democratici’ nostrani.

Tutti quelli che si sono stracciati le vesti affinché l’Italia riconoscesse il ‘presidente’ golpista in nome della democrazia. Che poi sostanzialmente sono gli stessi che nella giornata di ieri si sono lanciati in polemiche contro Putin accusato di non essere un ‘liberale’. Gli stessi che in nome della democrazia sostegno le azioni dei neonazisti in Ucraina o le violenze ad Hong Kong.

I medesimi che non hanno mai fiatato sull’occupazione di fatto da parte delle truppe USA e NATO che l’Italia subisce dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Perché per costoro il concetto di democrazia collima sempre - curiosamente - con i voleri dei padroni del vapore.

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