Il Comitato vittime delle Guarimbas e la ONG Fundalatin contestano il rapporto ONU sui diritti umani in Venezuela

Dapprima nel 2014 e poi nel 2017 il Venezuela è stato scosso ondate di violenza golpista anche note come guarimbas. Dalle barricate che i manifestanti erigono per poi attaccare le forze di sicurezza così come i semplici cittadini anche per il solo sospetto che siano dei chavisti.

I membri del Comité de Víctimas de la Guarimbas y el Golpe Continuado hanno respinto la relazione dell'Alto Commissario delle Organizzazioni delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (Oacudh), Michelle Bachelet, che li ha resi di nuovo invisibili e che protegge i responsabili di una violenza inaudita che ha causato così tanti danni al paese.

Per le vittime e i parenti "il pregiudizio con cui opera l'Alto Commissario in relazione al Venezuela è innegabile".

Hanno affermato di essere delusi, dopo che Bachelet in persona nel mese di giugno ha ascoltato le testimonianzedelle vittime della violenza dell'opposizione e ha promesso di incorporarle nella sua relazione.

La condanna della ONG Fundalatin

A questo proposito, María Eugenia Russián, presidente della presidenta de la Fundación Latinoamericana por los Derechos Humanos y el Desarrollo Social (Fundalatin), ha messo in discussione il rapporto presentato dove non c’è alcuna menzione delle vittime delle violenze che si sono verificate in Venezuela nel 2013, 2014 e 2017.

“Le vittime hanno consegnato all'Alto Commissario 123 casi documentati di persone che furono linciate, massacrate e uccise dai seguaci di Leopoldo Lopez, Capriles, Guaidó e altri attori politici che oggi promuovono la violenza dall'Assemblea Nazionale”, ha segnalato Russián, durante il suo discorso all'ONU.

Il Comitato ha ringraziato Fundalatin per portare la voce delle vittime al Consiglio per i Diritti Umani, mentre ha esortato l'Alto Commissario a prendere "misure per porre fine al trattamento discriminatorio da parte del personale del suo ufficio verso le vittime della violenza politica dell’opposizione venezuelana”.

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