Duque attacca Maduro e il Venezuela, ma sotto la sua presidenza la Colombia ha fatto un balzo indietro di 10 anni sui diritti umani



di Fabrizio Verde

In occasione del suo recente intervento all’Assemblea Generale dell’Onu il presidente colombiano Duque ha accusato il suo omologo venezuelano Maduro (con prove palesemente false) delle peggiori nefandezze. Di essere un dittatore senza scrupoli che ha violato i diritti umani del proprio popolo. «Per me Nicolas Maduro è lo Slobodan Milosevic dell'America Latina, ha commesso crimini contro l'umanità per ciò che ha fatto al suo popolo», ha poi rincarato la dose Duque - secondo quanto riporta l’agenzia Nova - durante un incontro con la comunità colombiana a New York.

Evidentemente il burattino di Alvaro Uribe e di Donald Trump è appassionato di fake news e mostra tutte le sue lacune in materia storica, anche recente, viste le false accuse che lancia nei confronti di Maduro e dell’ex presidente della Serbia Slobodan Milosevic.

Proviamo a questo punto a vedere com’è la situazione dei diritti umani nella Colombia odierna, quella governata dal paladino dei diritti umani Ivan Duque.

Organizzazioni sociali e non governative contestano fortemente la politica dei diritti umani del governo colombiano e avvertono che il presidente Iván Duque ha fatto ripiombare il paese in una situazione simile a quella di un decennio fa.

Secondo un rapporto di tre piattaforme sociali, la difesa dei diritti umani ha avuto una forte battuta d'arresto durante il primo anno del governo del presidente ‘uribista’, spiega America XXI.

Il rapporto è stato stilato da Plataforma Democracia y Desarrollo, Coordinación Colombia, Europa y Estados Unidos e Alianza de Organizaciones Sociales y Afines in cui sono raggruppate ben 567 organizzazioni.

Nel presentare il rapporto, il leader sociale Gustavo Pérez ha affermato che Duque "sta riportando il paese in un terribile panorama di guerra, violazioni dei diritti umani e ignoranza dei principi democratici e dell'autonomia delle istituzioni".

“Una situazione del genere non si vedeva da un decennio", ha affermato Pérez, coordinatore dell’organizzazione per i diritti umani Colombia Diversa. Il rapporto documenta violazioni dei diritti umani nei confronti di donne, membri della comunità LGBT, neri e contadini, tra gli altri, in diverse regioni del paese.

Secondo i dati dello studio, nella prima metà di quest'anno sono state uccise 12 donne impegnate nella difesa dei diritti umani, una cifra che nello stesso periodo dell'anno scorso era di sei.

In un'altra sezione dello stesso lavoro, sottolinea che durante i primi sei mesi del 2019 sono stati uccisi sei difensori della popolazione LGBT, tre casi in più rispetto a quelli verificatisi tra gennaio e luglio nel 2018.

Il rapporto porta il suggestivo nome ‘El aprendiz del Embrujo’ (L’apprendista incantatore) per identificare Duque. Pérez ha ricordato che nel settembre 2003 hanno pubblicato il testo ‘El Embrujo Autoritario’ dove si denunciavano gli atti di violenza commessi durante il primo anno di presidenza di Alvaro Uribe, mentore dell’attuale presidente che vuole impartire lezioni di democrazia e rispetto dei diritti umani a Maduro.

Uno studio dell'ONG Institute for Peace and Development Studies (Indepaz) e del movimento politico Marcha Patriótica afferma che dal 2016 sono stati uccisi più di 700 leader sociali e 135 ex combattenti delle FARC.

Il presidente Duque può permettersi un tale comportamento solo perché è cosciente di avere la copertura del sistema mediatico mainstream, pronto a coprire o minimizzare tutte le nefandezze compiute in Colombia nei confronti di leader sociali e di chi rifiuta l’allineamento alle brutali politiche implementate dai vari governi di destra che si sono alternati al potere negli ultimi anni a Bogotà.

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