Oltre un milione di persone per "la marcia più grande del Cile" contro le politiche del fascio-liberista Piñera

In Cile continua la rivolta popolare contro il neoliberismo. A tal fine i movimenti e le organizzazioni sociali si sono uniti per dar vita alla "più grande marcia in Cile" organizzata per porre fine alle politiche di neoliberismo selvaggio del governo fascio-liberista presieduto da Sebastián Piñera.

La mobilitazione odierna chiede che le forze armate cessino la repressione brutale del popolo e tornino nelle caserme, il ritiro di tutte le norme antipopolari e la convocazione di un’Assemblea Costituente incaricata di redarre una nuova Costituzione.

Oltre un milione di manifestanti hanno pacificamente invaso la capitale Santiago con striscioni e bandiere del Cile. Eloquenti i messaggi: “Il Cile si è svegliato” e “non siamo in guerra”, un chiaro riferimento alle polemiche dichiarazioni del presidente Piñera dove aveva praticamente dichiarato guerra al popolo cileno.

Sebbene le proteste si siano concentrate principalmente sulla capitale, le mobilitazioni sono state anche chiamate in altri distretti cileni per ribadire il rifiuto delle politiche del governo e la violenta repressione poliziesca che ha fatto ritornare il Cile indietro ai tempi oscuri della dittatura fascista del generale Pinochet.

La rivolta popolare contro il neoliberismo è iniziata il 14 ottobre contro l'aumento del biglietto della metropolitana a più di un dollaro, ma il 18 ottobre è cresciuta di fronte alla "evasione di massa" convocata principalmente dagli studenti, che hanno invitato a non pagare il nuovo biglietto.

Tuttavia, le forze di sicurezza hanno fortemente represso gli studenti e le organizzazioni che hanno aderito alle proteste.

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