E' una strage. Non ne trovate traccia sui giornali che a paesi alterni si occupano di diritti umani perché avviene in Colombia, paese vasallo di Stati Uniti e Unione Europea. Ma è una vera e propria strage. Parliamo dei leader sociali, attivisti dei diritti umani e ex combattenti Farc che nel nord della Colombia nel 2020 muoiono ad una media di 2 al giorno.
L'ultimo caso è quello denunciato dalla Ong Fundación Cordobexia. Si tratta di uno dei leader contadini, Jorge Luis Betancourt Ortega, il cui omicidio è avvenuto nel dipartimento di Córdoba, nel nord della Colombia. A riportarlo è Telesur, una delle poche voci in grado di rompere il muro dell'informazione dominante e non a caso sotto attacco da chi, come Guaidò in Venezuela, vuole far tornare le lancette del tempo indietro a Pinochet.
L'attivista colombiano dei diritti umani Alirio Uribe Muñoz ha pubblicato un messaggio su Twitter in cui si rivolge direttamente al presidente colombiano Iván Duque, descrivendogli nel dettaglio l'omicidio.
Hoy Presidente @IvanDuque Cordoberxia denuncia líder social asesinado a tiros en su casa en el sur de Córdoba junta de acción comunal del corregimiento San Francisco del Rayo (Montelibano), señor Jorge Luis Betancourt Ortega, tenía 42 años, tres hijos y convivía con su esposa. pic.twitter.com/haXeI0VGiH
— Alirio Uribe Muñoz (@AlirioUribeMuoz) 14 gennaio 2020
Con l'omicidio di Betancourt Ortega, sono 18 gli omicidi da inizio anno, una media di quasi 2 al giorno secondo i dati forniti dall'Instituto de Estudios para el Desarrollo y la Paz (Indepaz).
Il 10 gennaio nella zona rurale di Tibu', nel dipartimento Norte de Santander, era stato ucciso anche Cesar Tulio Sandoval Chia, secondo quanto riporta il quotidiano locale "El Espectador", con uomini armati che avevano fatto irruzione nella sua abitazione. Sandoval era impegnato come coordinatore del comitato dei campesinos del villaggio di La Silla, membro di Marcha Patriotica e del coordinamento dei coltivatori di coca. Nell'area sono presenti gruppi armati e bande criminali come i Rastrojos, con le quali il golpista venezuelana Juan Guaidò si era fatto fotografare il giorno della tentata invasione in Venezuela con gli "aiuti umanitari".
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