Torna la democrazia in Bolivia: Luis Arce si insedia come presidente

Torna la democrazia in Bolivia. Luis Arce si è insediato come presidente in una cerimonia dove spiccavano le assenze delle autorità usurpatrici che hanno governato per quasi un anno la Bolivia.

l nuovo presidente boliviano ha definito questa giornata come l'inizio del sollievo per un Paese segnato dalla "guerra interna contro il popolo più umile”.

Nel suo primo discorso da presidente Arce ha promesso di ricostruire il paese andino, dopo che il governo golpista in un solo anno al potere è riuscito a distruggere l’economia e cancellare la democrazia.

"In un anno, tutte le conquiste del popolo boliviano sono regredite” ha denunciato il presidente, snocciolando poi le cifre del fallimento dei golpisti.

"Il governo de facto lascia un'economia con cifre che non si vedevano nemmeno in una delle peggiori crisi che la Bolivia ha sofferto col governo dell'UDP (Unità Popolare e Democratica) negli anni '80 del secolo scorso. Sono aumentate la disoccupazione, la povertà e le disuguaglianze”.

Arce ha poi aggiunto che l’economia della Bolivia “è nel pieno di una profonda recessione”, con il PIL in caduta dell’11,1%. Pertanto il nuovo governo del MAS ritornerà al modello economico, sociale, comunitario e produttivo che aveva trasformato la Bolivia in un vero e proprio miracolo economico sotto i governo a guida Evo Morales.

Riguardo al futuro del paese Arce ha affermato: “Dobbiamo porre fine alla paura in Bolivia. Credo nella giustizia, non nel favorire un'atmosfera di risentimento e vendetta che non rispetti la diversità di pensiero, dove essere di un altro partito o colore politico ti rende oggetto di odio. Questo deve finire”.

"Come ministro ho sacrificato molte cose con voi per servire il Paese. Oggi vi chiedo altri cinque anni di pazienza e tolleranza. Sono stati seminati morte, paura e discriminazione, il razzismo è aumentato e la pandemia è stata usata per estendere un governo illegittimo”.

Rimarcando l’abissale differenza con il governo de facto guidato da Anez dice: "Non è l'odio a guidare le nostre azioni, ma la passione per la giustizia”, parafrasando le parole del leader socialista Marcelo Quiroga Santa Cruz.

Il presidente Arce ha voluto poi ricordare le vittime dei massacri di Senkata, Sacaba ed El Pedregal, avvenuti un mese dopo il colpo di Stato contro l'allora presidente Evo Morales, sottolineando che sono simboli di dignità e resistenza.

A conclusione dell'evento, il vicepresidente Choquehuanca ha invitato la commissione speciale ad accompagnare il presidente Arce presso la Casa Grande del Pueblo, dove ha ricevuto le delegazioni internazionali presenti alla cerimonia di inaugurazione.

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