Armin Laschet, da ieri, è il nuovo leader dell'Unione democratica tedesca, CDU. Il dopo Merkel è quindi iniziato, sia per la CDU che per la Germania stessa.
Sembrerebbe niente di chissà quanto di nuovo sia per l'Europa che per la Germania. Particolare interesse suscitano alcune sue posizioni di politica estera e il rapporto con gli Stati Uniti d'America.
Se dopo incontro con l'allora ambasciatore statunitense Richard Grenell nel 2019, Laschet affermò che “gli Stati Uniti sono il nostro partner più significativo al di fuori dell'Unione europea. È la nazione tecnologica leader al mondo ed è di fondamentale importanza per la sicurezza in Europa".
Critiche, invece, ha suscitato una sua forte presa di posizione contro gli USA, in particolare, con l'allora segretario di Stato John Kerry. “Hai sostenuto l'ISIS e Al Nusra contro il presidente Assad in Siria. E sono finanziati dal Qatar e dall'Arabia Saudita”, rispose così in maniera lapidaria su Twitter a Kerry che blaterava di distruggere l'ISIS. Quella di Laschet fu un'affermazione inequivocabile, coraggiosa, che oggi gli è stata rinfacciata dai suo detrattori come lo scheletro nell'armadio.
@JohnKerry:Yes,Mr Kerry.But You supported ISIS and Al Nusra against President Assad in Syria.And they are financed by Qatar and Saudi-Arabia
— Armin Laschet (@ArminLaschet) August 20, 2014
Interessanti almeno, anche le sue posizioni, che farebbero ben sperare, nel caso in cui Laschet diventasse cancelliere tedesco, su Russia e Cina.
Nel 2019 sostenne che, dato che il dialogo tra Est e Ovest era già possibile anche quando esisteva l'Unione Sovietica, “dobbiamo essere in grado di fare lo stesso oggi. Abbiamo bisogno della Russia per molte questioni nel mondo".
Non ostile alla Cina, coerente con il pragmatismo tedesco, il neo leader della CDU vuole protegger l'export tedesco, una delle sue maggiori preoccupazioni. Laschet, quindi, fa presumere che la Germania non sarà un attore passivo sulla scena internazionale e soprattutto, riconosce che ormai un mondo multipolare è nella realtà dei fatti e scontrarsi con Russia e Cina non conviene all'economia tedesca così come a quella europea.Anche sulla Siria e il Medio Oriente, senza farsi illusioni, può essere che parta un approccio diverso, pratico.
La realtà, come i fatti, ha la testa dura, in Siria 10 anni di guerra e sanzioni hanno portato solo morte e distruzione. Un altro approccio, se non è possibile, deve essere quanto meno necessario.
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