Bolivia, il presidente della Camera: «L'arresto dei golpisti è un atto di giustizia»

Le immagini dei golpisti boliviani arrestati, con in testa l’autoproclamata Jeanine Áñez, hanno fatto il giro del mondo. La Procura boliviana indaga sui crimini commessi dai golpisti dopo il rovesciamento di Evo Morales che aveva vinto le elezioni con ampio margine di vantaggio rispetto ai suoi avversari.

I dirigenti della destra boliviana diedero poi vita a feroci persecuzioni causando la morte di 37 persone, più di 800 feriti e almeno 1.500 detenuti. Un bilancio grave che non poteva restare impunito, secondo Freddy Mamani.

Il presidente della Camera dei deputati boliviana ha affermato che l'arresto dell'ex presidente de facto Jeanine Añez e degli ex ministri rappresenta un atto di giustizia.

“Il popolo boliviano ha subito la violenza dei golpisti. Il dolore e il lutto sono stati camuffati dietro le insegne del "governo transitorio", che in realtà era una dittatura imposta dal sangue e dal fuoco", ha scritto sui suoi social network.

Mamani ha sottolineato che il 2019 è stato rotto l'ordine democratico per impedire il prevalere della volontà popolare.

"Hanno inventato dei presunti brogli (che non hanno mai provato) in collusione con l'OSA (Organizzazione degli Stati Americani) per forzare le dimissioni dell'allora legittimo governo”, ha detto.

Mamani ha inoltre evidenziato che i protagonisti del golpe "hanno eletto Añez presidente in un incontro tra individui, al di fuori dell'Assemblea Legislativa".

Ha aggiunto che "il governo de facto, per restare al potere e smobilitare la popolazione, ha compiuto violenti massacri".

"Coloro che la pensavano diversamente o hanno denunciato l'assalto che i golpisti hanno compiuto sulle risorse statali sono stati perseguitati", ha ricordato, come riporta l'Agenzia Boliviana di Informazione (ABI).

A tal proposito, Mamani ha affermato che, “per queste e molte altre ragioni, bisogna fare giustizia. Questi eventi non possono rimanere impuniti e non si tratta di vendetta o persecuzione, si tratta semplicemente di giustizia”.

Secondo i dati sui diritti umani, 37 persone sono state uccise in Bolivia durante la crisi politica che il paese ha vissuto nel 2019.
Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, invece, indaga sulla misteriosa morte del giornalista argentino Sebastián Moro durante il colpo di Stato in Bolivia.

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