Alberto Fernández: l'Argentina "non si inginocchierà" davanti al FMI

29 Ottobre 2021 14:49 Fabrizio Verde

Quello del Fondo Monetario Internazionale può essere un abbraccio mortale, capace di far cadere qualunque paese in una spirale infinita di debito e perdita di ogni sovranità. Per questo il presidente argentino Alberto Fernández ha deciso di mettere in stand by l’accordo siglato dal suo predecessore neoliberista Mauricio Macri con l’organismo internazionale e chiarire che l’Argentina "non si inginocchierà" davanti al Fondo monetario internazionale (FMI).

"Se ancora non chiudiamo un accordo (con il Fondo Monetario Internazionale) è perché non ci inginocchieremo, perché negozieremo affinché il nostro popolo non sia messo a rischio per ripagare il debito”, ha affermato Alberto Fernández durante una cerimonia di omaggio all'ex presidente Néstor Kirchner (2003-2007), nell'undicesimo anniversario della sua morte.

Unico oratore in uno stadio gremito di militanti nella città di Morón, alla periferia di Buenos Aires, Fernández ha evocato Kirchner, che dopo aver preso le redini di un'Argentina in default, rinegoziò un debito di quasi 100.000 milioni di dollari con creditori privati ??e saldato nel 2006 il pagamento di un debito di 9.800 milioni di dollari con il FMI. Organismo al quale l’Argentina è tornata a rivolgersi nel 2018 con al potere il neoliberista Mauricio Macri.

Il presidente Fernández, che ha in programma di incontrare il capo del FMI, Kristalina Georgieva, durante il fine settimana a Roma in occasione del vertice del G20, ha insistito sul fatto che "non faremo un accordo che penalizzi gli argentini più di quanto non siano stati penalizzati”.

Inoltre, nel suo intervento in onore di Néstor Kirchner, il presidente Fernández ha chiesto che il FMI “si assuma la responsabilità dei danni che ha fatto” concedendo al governo dell'ex presidente Mauricio Macri (2015-2019) un credito di 57.000 milioni di dollari, cifra record per l'organizzazione, nel 2018, di cui l'Argentina ha ricevuto 44.000 milioni di dollari.

L’Argentina adesso cerca di sostituire l'accordo in stand-by del 2018 con un altro accordo esteso sulle strutture, in seguito ad aver mostrato segnali di ripresa dopo oltre tre anni di recessione aggravata dalla pandemia.

Allontanare le grinfie del Fondo Monetario Internazionale dal proprio paese è una pratica necessaria per ogni governo che sia patriottico e lavori nell’ottica della difesa della sovranità. Il benessere dei popoli passa anche da qui. Sin dal suo insediamento anche il nuovo governo della Bolivia guidato dall’economista Luis Arce, in cui l’FMI si era incuneato dopo il golpe contro Evo Morales, ha deciso di allontanare il Fondo Monetario Internazionale da La Paz.

A tal proposito Arce ha ribadito di non condividere la politica economica del Fondo monetario e ha sostenuto di non aver mai accettato, né intende accettare, i crediti offerti dall’organismo internazionale che tanti danni ha prodotto in giro per il mondo e particolarmente in America Latina negli anni della cosiddetta “larga noche neoliberal”.

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