Al II Congresso della classe operaia, un punto di svolta nell’economia venezuelana

05 Marzo 2022 15:31 Geraldina Colotti

C’era grande aspettativa, al Poliedro di Caracas per il discorso che avrebbe pronunciato il presidente Nicolas Maduro in apertura del II Congresso della Classe Operaia “José Chino Khan”. E il presidente non l’ha delusa: non solo ha approvato tutte le proposte provenienti dalle lavoratrici e dai lavoratori, presentate dal coordinatore del Congresso, Oswaldo Vera, ma ha rilanciato alcune linee strategiche. Proposte che s’inseriscono nelle “3R.net”: Resistere, Rinascere, Rivoluzionare tutto.

Una formula con la quale Maduro ha sintetizzato la strategia della rivoluzione bolivariana verso la transizione al socialismo. Una sfida da realizzare da qui al 2030, bicentenario della morte del Libertador, per “rendere irreversibile” la rivoluzione bolivariana. Un progetto che parte, prima di tutto, dal piano economico, da cui si irradia l’attacco multiforme dell’imperialismo a un paese ricco di risorse strategiche per un capitalismo in crisi strutturale, che si concentra in nuovi settori, essenziali alla “rivoluzione digitale”.

Per questo, anche a fronte della crisi ucraina e all’attacco economico-finanziario dell’imperialismo alla Russia, che ripropone, in grande scala, quello dispiegato contro il Venezuela bolivariano, nel pacchetto di proposte figura il rafforzamento dell’economia digitale e l’istituzione di un fondo sovrano per la classe operaia. Proposte che, ha detto il presidente, devono realizzarsi rafforzando l’unione della classe operaia con le comunas. In questo senso, ha invitato a “unire il socialismo produttivo con una poderosa organizzazione interna, sindacale, una poderosa organizzazione dei Consigli Produttivi delle lavoratrici e dei lavoratori (Cptt), per unire dal profondo il processo del socialismo territoriale delle comunas e dei consigli comunali”.

Un obiettivo enunciato anche da Oswaldo Vera nel presentare le proposte al presidente: “costruire lo Stato operaio, contadino e popolare”. Questi i punti principali della proposta: avanzare verso un’economia produttiva e rivoluzionaria; adeguare il salario minimo a mezzo Petro (la moneta digitale venezuelana la cui unità è ancorata al valore di un barile di petrolio); rendere parte del salario il sistema di bonus che riceve la classe lavoratrice mediante il Carnet della Patria; adattare alla realtà attuale le organizzazioni sindacali, i Cptt e le altre organizzazioni; elaborare un piano triennale focalizzato nel destino del paese per il 2024 (la prossima elezione presidenziale), nel quale trovare proposte politiche rinnovamento delle strutture dirigenti di base della classe operaia; organizzare un piano di formazione politica, tecnica, culturale e comunicativa.

Maduro, particolarmente brillante e in sintonia con un contesto di cui si sente – ha detto – orgogliosamente parte, provenendo egli stesso dalla classe operaia, ha scherzato spesso, chiamando in causa molti dei presenti, con i quali ha condiviso le lotte fin dagli anni giovanili durante la IV Repubblica. Ha affermato di aver ricevuto il documento all’ultimo minuto e di esserselo “sciroppato di notte”. Per dar corso al pacchetto di proposte e mantenere un filo diretto con la classe operaia, insieme al ministro del Lavoro, José Ramon Rivero e al dirigente sindacale Will Rangel, presidente della Central Bolivariana Socialista de Trabajadores (CBST) e della Federación Unitaria de Trabajadores Petroleros de Venezuela (FUTPV), al tavolo erano presenti la vicepresidente con delega alla Finanza, Delcy Rodriguez e Tareck El Aissami, ministro di Industria e Produzione Nazionale e del Petrolio, e vicepresidente per l’Area economica.

Delcy, avvocata esperta in diritto del lavoro, ha confermato la fattibilità delle proposte relative all’economia digitale e messo l’accento sull’impulso che prospettano per il benessere generale delle lavoratrici e dei lavoratori. El Aissami, esperto in monete digitali, ha raccolto l’invito del presidente a presentare “in 72 ore” il disegno concreto della banca digitale, che funzionerebbe – ha detto – come un enorme salvadanaio per la classe operaia, a cui attingere in caso di necessità. “Quel che stiamo facendo ora – ha affermato – verrà ricordato come un passaggio storico dalle generazioni successive”.

Al riguardo, esiste già un precedente, la piattaforma delivery "Vitrina Venezuela", costituita dalla "Chamba delivery". Questa piattaforma riunisce imprenditori, piccoli e medi produttori in una rete nazionale di commercio per offrire supporto tecnico e sostenibile a chi decida di intraprendere o sviluppare questa attività. Vitrina Venezuela conta con oltre 30 categorie di articoli, forniture, servizi e informazioni sui costi e servizi che offre il Venezuela. Il servizio "Chamba Delivery" conta con 30 moto operative al 100% e 2 gruppi di lavoro. Questa categoria di lavoratori era presente al Poliedro, e il presidente ha precisato che i loro diritti verranno tutelati e non calpestati come avviene nei paesi capitalisti.

Un’operazione per rafforzare il Bolivar digitale, in una Venezuela che punta su un commercio digitale “inclusivo a cui tutti partecipano”, considerando che è il paese dell’America Latina nel quale il 93% ha un conto bancario e online.

A dare sostegno alle proposte - ha spiegato il presidente – sono state e saranno soprattutto le tasse pagate dalle grandi fortune, in una economia che si sta nettamente riprendendo grazie agli sforzi della classe operaia per aumentare la produzione e resistere al blocco economico-finanziario. Maduro ha ricapitolato le cifre della drammatica caduta degli introiti nazionali a causa del blocco economico, ha rivendicato la giustezza delle misure di flessibilità monetaria per “incrementare il commercio interno”, e ha detto che il modello bolivariano si sente sufficientemente forte per esportare petrolio o oro anche negli Stati Uniti.

Di forte impatto, al riguardo, gli interventi di tre delegate in rappresentanza di tre settori produttivi fondamentali per l’economia del paese: petrolifero, petrochimico e del cemento. Tre avanguardie di fabbrica, che hanno illustrato proposte concrete di controllo e partecipazione operaia all’intero processo produttivo e significato la forza delle donne a tutti i livelli della rivoluzione bolivariana. Se l’imperialismo vuole capire perché non riesce a sconfiggerci – ha detto il presidente – che osservi quel che rappresenta oggi questo poliedro stracolmo.

Molto strette le misure di “biosicurezza” in un paese che, come hanno testimoniato i presenti per alzata di mano, ha vaccinato la quasi totalità della popolazione, senza per questo aver abbassato la guardia in presenza delle nuove, temibili, varianti.

Presenti in sala tutti i ministri di governo e i due “governatori operai”, l’ex ministro del Lavoro Eduardo Piñate (Stato Apure) e Angel Marcano (Stato Bolivar). Per l’occasione, il presidente ha annunciato che Jorge Arreaza assumerà il ministero delle Comunas, perché l’attuale ministra Noris Herrera andrà a ricoprire “importanti compiti nel municipio della capitale”. All’incontro, che si è svolto anche in virtuale, si sono collegati “oltre 60 paesi”. Fra gli ospiti, le rappresentanze diplomatiche di Cuba e Nicaragua. Il segretario generale della Central de Trabajadores de Cuba (CTC), Ulises Guilarte de Nacimiento, ha portato al congresso un messaggio di solidarietà. Il segretario esecutivo dell’ALBA-TCP, Sacha LLorenti, anch’egli presente al Poliedro, ha accolto la proposta di costituire quanto prima “l’Alba della classe operaia”.

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