Giustizia è fatta? Solo in minima parte…

Ancora una volta non solo il governo, i partiti politici, la stampa ma perfino gli specialisti non hanno saputo (o non hanno voluto) ‘vedere’ a chi andasse attribuita la responsabilità di una situazione di stallo che si è venuta a creare dopo la sentenza della Corte Costituzionale sull’Italicum, sentenza sulla quale è indispensabile essere cauti in attesa di leggerne le motivazioni.


Sorge più di un dubbio se dopo (o prima?) del governo e della sua rabberciata maggioranza parlamentare, la responsabilità più grave del varo di una legge elettorale che appariva, come la revisione costituzionale, ordita ex parte principis, vada attribuita proprio alla figura istituzionale invocata oggi come moderatore dei conflitti e delle contrapposizioni tra partiti: il Presidente Sergio Mattarella.


Ma non è proprio il Presidente Mattarella il principale o almeno tra i principali responsabili dell’attuale situazione?


Come è giustificabile che un Presidente che è stato membro della Corte Costituzionale, che ha dichiarato costituzionalmente illegittimo il cosiddetto Porcellum, di fronte a un disegno di legge come l’Italicum che riproduceva in larga parte i motivi d’incostituzionalità del Porcellum, a partire dai fondamentali principi costituzionali di eguaglianza e di libertà di ogni singolo voto, non abbia rinviato alle Camere - considerando anche le più che fondate critiche delle opposizioni - un disegno di legge approvato facendo ricorso al voto di fiducia?


Eppure, tra i motivi di un rinvio dell’ltalicum – a cominciare dalla circostanza veramente curiosa (o meglio frutto di un approccio spregiudicato e avventurista) – non vi era innanzitutto che la nuova legge elettorale si riferisse alla sola Camera dei Deputati, dando per scontato che il Referendum costituzionale avrebbe senz’altro eliminato il diritto dei cittadini di eleggere i propri rappresentanti al Senato? Circostanza che, ancora una volta, conferma quanto sostenuto dai più avvertiti tra i critici della ‘grande riforma’ Renzi-Boschi, cioè che fra la revisione costituzionale e l’Italicum esistesse una strettissima parentela?


Purtroppo, sia detto con ogni cautela dovuta all’esigenza di attendere la pubblicazione dell’intera sentenza per cogliere appieno le ragioni della decisione della Corte, va detto che quest’ultima, nella nuova formazione a tredici dovuta all’incolpevole assenza di due giudici a causa delle loro condizioni di salute, sembra essersi distaccata dalle sagge e condivisibili affermazioni della sentenza n°1 del 2014. Soprattutto in materia di premio di maggioranza e del diritto degli elettori di scegliere liberamente i propri rappresentanti alla Camera, a maggior ragione se allo stesso tempo veniva sottratto loro il diritto di eleggerli al Senato.


Sic stantibus rebus c’è da sperare che, se ancora una volta la nuova o le nuove leggi elettorali siano plasmate coll’evidente intento di favorire qualcuno e danneggiare qualche altro, il Presidente della Repubblica svolga con cautela ma con fermezza il suo potere-dovere di moral suasion rinviandole alle Camere.


Si raggiungerebbe così l’obiettivo d’ impedire, fra l’altro, che l’assenteismo elettorale trovi nuove e più che fondate ragioni.


Carlo Amirante

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