IL GOVERNO FANTOCCIO DELLE MULTINAZIONALI DEL PETROLIO CI RIPROVA. NO ALLA GUERRA IN LIBIA


di Giorgio Cremaschi

Il capo del governo insediato a Tripoli dalle cannoniere occidentali ha cominciato a rendere i servizi per i quali è stato insediato.

Serraij ha chiesto truppe Nato per proteggere i pozzi delle multinazionali di cui è il capocantiere sul posto.

La spudoratezza della richiesta è tale che Renzi ha sentito il bisogno di specificare che non si tratta di proteggere i pozzi dell'ENI. Sarebbe dunque solidarietà petrolifera disinteressata la nostra.

In realtà sappiamo che da tempo Italia, Francia e Gran Bretagna si sono spartito il paese secondo vecchi confini coloniali e nuovi insediamenti petroliferi. All'Italia la Tripolitania, Tripoli bel suol d'amore, alla Gran Bretagna la Cirenaica, alla Francia il Fezzan.

Tutta la grande stampa ha già cominciato a dare i numeri delle truppe che invieremo a calcare i deserti delle storiche nostre passate imprese. E come al solito il governo è stato messo in difficoltà dal troppo zelo dei guerrafondai. Non perché non voglia farla questa nuova guerra umanitaria e per la democrazia, ma perché vuole costruire bene l'imbroglio per trascinare il paese dentro di essa.
Del resto questo è venuto a a fare Obama in Europa: sollecitare la firma del vergognoso trattato TTIP e l'intervento militare in Libia. Sono tutti sporchi affari e per essi si preparano e si fanno sporche guerre.

Con più convinzione ancora dobbiamo sostenere un triplo No: alla NATO, alla UE, alla guerra. Sono sempre più la stessa cosa.

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