L'INNALZAMENTO DELL'ETÀ PER ANDARE IN PENSIONE È UN CRIMINE SOCIALE


di Giorgio Cremaschi

Con Ezio Gallori e il coordinamento dei pensionati CONUP abbiamo tenuto un assemblea a due passi dal Senato. Per ricordare che il disastro della legge Fornero e tutti i tagli fatti ed annunciati al sistema pensionistico pubblico sono una brutale violazione del principio costituzionale della giusta pensione per una vita dignitosa. Anche per questo abbiamo chiesto il massimo impegno per il NO al referendum a costituzionale, perché vogliamo che la Costituzione del 1948 sia messa in opera, e non cancellata come invece vuole Renzi.

Tra gli interventi c'è stato quello di un macchinista di oltre 61 anni che a causa delle legge Fornero deve ancora guidare treni a 250 km all'ora, facendo operazioni che hanno il tempo di reazione di due secondi. Immaginate con quale serenità, quale fatica, quale dispendio e logoramento di energie.

Immaginate il rischio.

Mentre spiegava la sua e la condizione di tanti macchinisti anziani a cui la controriforma delle pensioni ha alzato di quasi dieci anni l'età della quiescenza, un altro pensionato mi ha fatto notare i due edili che si destreggiavano in alto su impalcature vicine. Vogliono che saliamo lassù fino a 70 anni, mi ha detto.
Ecco non c'è bisogno d'altro per affermare che la legge Fornero, che Renzi a Bruxelles ha completamente confermato a quella Troika che l'ha voluta, è un attentato alla salute e alla sicurezza di lavoratori anziani, che dovrebbero meritatamente stare a casa ed invece sono costretti a fatiche sempre più insopportabili. Con rischi anche per i cittadini che dovrebbero usufruire dei servizi a cui questi lavoratori restano addetti oltre il buon senso. La controriforma delle pensioni è pura criminalità sociale.

Nella mattina migliaia di pensionati sono scesi in piazza con CGILCISLUIL. Dal palco sono state dette tante cose, più o meno condivisibili, ma è soprattutto mancata una parola: scusateci.

Perché quando il governo Monti varò la controriforma, se CGILCISLUIL avessero fatto quello che stanno facendo ora i sindacati in Francia, la criminalità sociale contro il lavoro non sarebbe così sfacciatamente e impunitamente dilagata.

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