E' il ritorno al Medio Evo, al privilegio assoluto per i potenti: le parole della vergogna del ministro Del Rio


di Giorgio Cremaschi

Intervenendo ad una trasmissione televisiva il ministro Del Rio ha giudicato "sproporzionata" la richiesta di 16 anni per Mauro Moretti, fatta dai pubblici ministeri al processo per la strage di Viareggio. Moretti, allora amministratore delegato della Ferrovie dello Stato e poi promosso dal governo a capo di Finmeccanica con moltiplicazione dello stipendio, per Del Rio evidentemente non meriterebbe questo trattamento, al punto che nella stessa trasmissione il ministro ha fatto capire di sperare che i giudici non diano retta ai Pm.

È una vergogna che un ministro della Repubblica intervenga così platealmente su un processo in corso in cui sono alla sbarra dirigenti di aziende dello stato. Come hanno ricordato i familiari delle vittime di Viareggio, alte autorità dello Stato hanno recentemente loro ricordato che non è giusto che esponenti delle istituzioni intervengano su processi in corso. Questo quando i familiari avevano chiesto prese di posizioni nette contro il rischio prescrizione del processo.

Ora Del Rio non osserva questo principio, e entra a piedi giunti in un'aula giudiziaria, come facevano i ministri dei governi Berlusconi, ma ipocritamente più sfacciato di loro


Ciò che colpisce però non è solo la degenerazione istituzionale che Del Rio rappresenta, colpisce anche l'uso di quella parola: sproporzione.


A Viareggio sono morte bruciate vive 32 persone, alcune dopo mesi di atroci sofferenze. Ora se Moretti ha delle responsabilità in questa strage vi sembrano davvero sproporzionati 16 anni? Diverso naturalmente se si accertasse la sua assoluta innocenza, in quel caso neanche un giorno. Ma se invece fossero individuate dal processo le sue responsabilità, come risulterebbero da 250.000 pagine di atti, allora sarebbero sul serio troppi sei mesi per ogni morto?


Il ministro del Rio però non ha il coraggio di affermare brutalmente che considera il suo dipendente del tutto innocente, egli vilmente si nasconde dietro la sproporzione della pena. Rispetto ad una strage.


Del Rio fa parte di un governo che ha negato il concetto stesso di proporzione della pena quando si tocca il rapporto di lavoro. Nella devastazione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori compiuta dal jobsact, è infatti anche previsto che la sproporzione della pena del licenziamnto in caso di mancanza del lavoratore, non sia più motivo di reintegra al lavoro.


Se un lavoratore fa qualcosa di sbagliato sul lavoro, ma non particolarmente grave e il padrone lo punisce comunque con il licenziamento e non con una pena minore, come sarebbe giusto, in questo caso grazie al jobsact il provvedimento è valido lo stesso e il giudice non può farci nulla. Per Renzi e Del Rio le imprese hanno il pieno diritto alla sproporzione della pena nei confronti dei loro dipendenti.


All'opposto ogni pena è sproporzionata se colpisce chi detiene il potere economico o politico. Il potere legittima.


È il ritorno al Medio Evo, al privilegio assoluto per i potenti e alla totale negazione della giustizia per tutti gli altri. Questa è la vera proporzione cui aspirano Del Rio e quelli come lui.


Nelle sue poche parole a difesa di Moretti, il ministro Del Rio è riuscito a concentrare tutta la barbarie istituzionale e tutta la barbarie padronale in cui ci stanno precipitando.


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