di Giorgio Cremaschi

Il quotidiano ufficiale del capitalismo italiano è in una gravissima crisi. Si sono dimessi gli amministratori tra cui l'ex presidente della Confindustria Squinzi.

Quello che ha ringraziato Renzi perché con il Jobsact avrebbe realizzato i sogni delle imprese.

I giornalisti hanno sfiduciato il direttore Napoletano, quello del titolo "FATE PRESTO" all'epoca del governo Monti.

Ora la magistratura ha aperto un fascicolo per la denuncia di falso in bilancio.

Certo non ci fa una bella figura la casta padronale del nostro paese, anche perché lei che si erge sempre a fustigatrice dei conti pubblici, non mostra molto rigore in quelli privati. D'altra parte come si fa ad essere rigorosi, se si sparano balle cosmiche come le previsioni di caduta del PIL e disoccupazione in caso di vittoria del NO? Sono solo di pochi mesi fa le slides confindustriali che annunciavano sciagure se non fosse stata approvata la controriforma di Renzi. Poi si sono corretti affermando che la stagnazione economica c'è da 15 anni ed è destinata a continuare.

D'altra parte la produzione di balle pare sia diventato il core business dei capitalisti di questo paese, e sarà per questo che alla fine tutti si sono buttati a sostegno di Renzi.

La Fiat e gli Agnelli, che da ConfindustrIa sono usciti, si trasferiscono all'estero per pagare meno tasse, gli altri non riescono a fare quadrare i bilanci del loro giornale. Non e proprio un bel quadro la fotografia attuale di lor signori. Come il loro Matteo Renzi hanno proprio bisogno di un'altra Costituzione perché con questa non ce la fanno proprio. Non diamogliela.