UN PENOSO APPELLO DI EX SESSANTOTTINI CHE RAPPRESENTA LO SQUALLORE E LA TRISTEZZA DEL SI


di Giorgio Cremaschi

Si presentano come ex sessantottini, e come tali chiedono di votare SI a Renzi. Quasi che la controriforma della Costituzione fosse in continuità con i grandi movimenti di quegli anni del secolo scorso.

In realtà i firmatari sono soprattutto ex craxiani, ex berlusconiani, ex tutto, che in questi decenni hanno fato in tempo ad aggregarsi a tutte le cordate politiche ed economiche che hanno tentato la scalata al potere. Ora ci riprovano con la cordata renziana, ma per farlo si devono richiamare alla loro gioventù, che in questi decenni hanno venduto e rivenduto sui mercati della politica e degli affari. Squallidi, tristi e penosi loro e ancora di più il SI che li sostiene e incautamente usa.


Da Contropiano

I personaggi "usciti allo scoperto" non hanno mai raggiunto la fama di altri ex "di successo" – Guido Liguori, Massimiliano Fuksas, Oreste Scalzone, Gad Lerner, Mario Capanna, Corradino Mineo, Sergio Cusani, Renato Curcio, Prospero Gallinari, Mario Moretti, ecc – ma sono stati considerati sufficientemente rappresentativi, tutti insieme, di una stagione gloriosa nonostante loro. Evidentemente, pur grattando il fondo del barile, non hanno trovato di meglio. I nomi non dicono granché a chi allora militava nelle stesse formazioni e magari aha continuato a farlo in altri modi e forme: Renzo Canciani, Sergio Vicario, Giovanni Cominelli, Agnese Santucci, Aldo Tropea, Mario Martucci, Franco Origoni (Movimento Studentesco), Giovanni Lanzone ed Emilio Genovesi, ex dirigenti di Avanguardia Operaia, Giuseppina Pieragostini e Carlo Panella (Lotta Continua; indimenticabile il secondo, che ancora sul giornale del gruppo scriveva – da Teheran nel 1979 – che "la rivoluzione khomeinista è molto più bella di quella comunista", per poi transitare, come Liguori, ma con meno fortuna, nei media berlusconiani). E poi ancora: Piero Pagnotta (generici "collettivi" romani), Gabriele Nissim, Maurizio Carrara (illustre presidente del Pio Albergo Trivulzio, istituto famoso per esser stato il detonatore di Tangentopoli), Erminio Quartiani, Ennio Rota, e i giornalisti Lorenzo Fuccaro, Nino Bertoloni, Cesare Paroli, Luigi Quaranta e Danilo Taino (il più noto, corrispondente da Berlino del Corriere della Sera).

Il senso dell'operazione, promosso dall'Huffington Post con un pezzo entusiastico, è trasparente. I "rivoluzionari" di un tempo ora stanno con Renzi e il suo "cambiamento", appena un tantino reazionario… Non serve a molto, ma bisognerebbe ricordarsene sempre: i movimenti politici e sociali vivono le loro stagioni, sono popolati da decine di migliaia o milioni di persone che – finita la stagione – seguono altre vie. Le singole facce, più o meno note, fuori da quella temperie non rappresentano assolutamente nulla all'infuori di se stesse. Tanto meno un movimento di portata mondiale come quello del '68. Tant' vero che nel breve elenco che abbiamo fatto ci sono dei nomi "maledetti" e centinaia di altri sarebbe stato possibile farne (anche sorvolando sui "pentiti", genere prossimo all'elenco di giornata).

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