"Le cose nel mondo del lavoro si sono rimesse in moto. Ed è solo l'inizio."


di Giorgio Cremaschi


La fabbrica metalmeccanica GD di Bologna, quasi 1500 dipendenti, è stata sempre la roccaforte della Fiom in una provincia dove l'organizzazione della CGIL è sempre stata tutto per i metalmeccanici. Ora con le ultime elezioni delle RSU cambia tutto. La lista della USB, costituita da pochissimo tempo in fabbrica, dopo un accordo aziendale pessimo, quasi respinto dai lavoratori, e un contratto nazionale ancora peggiore, questa lista composta in gran parte da ex militanti Fiom - sostenuta dall'entusiasmo di tante e tanti e dal lavoro meticoloso di Sergio Bellavita - é diventata il primo sindacato. 547 voti ha raccolto la USB, 467 la FIOM, 137 la FIM e 35 la UILM.





È un fatto sindacale e politico enorme che dimostra come sia in atto un cambiamento nel paese.

Già il successo dello sciopero dell'10 novembre aveva mostrato come ci siano sempre più lavoratori che non si rassegnano alla complice passività di CGILCISLUIL verso la distruzione dei loro diritti.

Ora la vittoria della USB e la sconfitta della FIOM in una delle fabbriche più avanzate e sindacalizzate del paese segna un salto ulteriore.

La Fiom è in crisi più ancora della CGIL, perché la svolta moderata e la normalizzazione imposta da Landini ha brutalmente cancellato decenni di storia conflittuale dell'organizzazione. Dopo un periodo di shock, ancora più forte dopo la firma di un contratto nazionale senza aumenti e pieno solo di flessibilità, i metalmeccanici hanno cominciato a reagire.

Ridicola e penosa la risposta della FIOM alla suo sconfitta, con il lamento sul trionfo del "populismo sindacale".

Il linguaggio renziano conferma l'incapacità di capire. Dopo anni di ritirate, mentre cresce ancora il peso dello sfruttamento, una parte del mondo del lavoro, ancora non grande ma sempre più in espansione, rialza la testa. E quando la fa non vede al suo fianco CGILCISLUIL, ma altre organizzazioni, tra le quali sempre più spesso l'USB.

Sono i lavoratori che disdettano il mandato affidato ai vecchi sindacati confederali, sono i lavoratori che cercano nuove vie per la rappresentanza dei propri interessi. A Bologna è successo in un fatto sindacale che ha le stesse dimensioni di una sconfitta del PD nelle elezioni per il sindaco. Le cose nel mondo del lavoro si sono rimesse in moto. Ed è solo l'inizio.

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