Pensioni, lavoro e diritti sociali: l'Italia è come la Grecia



di Giorgio Cremaschi

Un vecchio governo democristiano avrebbe sicuramente evitato questo crisi da burla con la CGIL. Infatti cosa sarebbe costato promettere che non ci sarebbe stato l'innalzamento dell'età della pensione da 66 anni e 7 mesi a 67 anni? Già oggi l'asticella della quiescenza è stata elevata a limiti intollerabili sia per le persone che lavorano, sia per quelle che un lavoro non lo trovano anche perché si va in pensione troppo tardi. CGIL CISL UIL non chiedevano né hanno mai chiesto la cancellazione della legge Fornero, ma solo di non alzare ancora, almeno per un po', un'età della pensione che è già la più alta d'Europa. Un governo di una volta avrebbe concesso questa misera vittoria a sindacati che da tempo non chiedono più niente, avrebbe rinviato lo scatto d'età e ci avrebbe fatto sopra un po' di campagna elettorale. E CGIL CISL UIL avrebbero festeggiato. Il tutto, lo ripetiamo, al prezzo di una misura, non far andare in pensione dal 2019 cinque mesi dopo, socialmente irrilevante.

Invece Gentiloni ha tenuto duro: il folle automatismo che lega pensione e aspettativa di vita, una delle regole più assurde e jettatorie che il liberismo abbia inventato, gli scatti periodici dell'età pensionabile non si toccano. La sola cosa che il governo ha potuto fare è stata inventarsi fumose esenzioni qua e là, per addolcire la pillola. Così CISL e UIL han dovuto fare sfoggio della loro libidine di servitù, mentre la CGIL non ha approvato, ma naturalmente si è ben guardata dal fare la sola richiesta vera, cioè l'abolizione della legge Fornero.

Perché é andata così? Perché governo e CGIL CISL UIL non han trovato quell'accordo che avrebbe accontentato tutti loro, senza cambiare davvero nulla per nessuno?

La letterina della Commissione UE appena giunta al governo italiano chiarisce tutto. I burocrati europei confermano che la legge Fornero è un tabù intoccabile. E che il governo si è già formalmente impegnato su questo, ottenendo così il rinvio a dopo le elezioni dei nuovi tagli richiesti.

In sostanza Padoan ha promesso a Bruxelles la rigidità sulle pensioni, anche nella forma, e ha regalato al governo che verrà il compito di un nuovo massacro sociale. La UE è stata flessibile per otto mesi, tre in più di quelli che avrebbero rallentato il meccanismo della legge Fornero.

Dunque tutta la trattativa governo sindacati, sulla quale ha sprecato titoli l'informazione di regime, è stata un teatrino. Perché tutti sanno che o si rompe con i burocrati UE, o il massacro pensionistico italiano continua. Tutti lo sapevano e nessuno ne ha parlato.

L'Italia è come la Grecia, ci sono temi quali le pensioni, i diritti sociali e del lavoro, che sono già stati consegnati in pegno a banche, finanza e Unione Europea. O si rompe con questi usurai, o continuerà l'imbroglio di chi parla a vanvera di lavori usuranti, solo per nascondere la soppressione del diritto costituzionale alla pensione.

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