di Giorgio Cremaschi
Sono stato invitato alla trasmissione di La7 "L'aria che tira". Si doveva parlare di lavoro e ci era stato chiesto di portare tabelle per illustrare la nostra tesi. Contrapposti a me e a difesa di Jobsact e governo c'erano la PD Simona Malpezzi, sostenitrice entusiasta de"La buona scuola" e dell'alternanza scuola-lavoro gratis, Giuliano Cazzola, craxiano berlusconiano e ora forneriano, e infine Marco Bentivogli, l'unico sindacalista al mondo a favore dei voucher.
Come si può immaginare, con tabelle e parole, tutti questi rappresentanti del governo hanno esaltato i grandi successi di aumento dell'occupazione documentati dall'ISTAT.
Io ho cercato, dati alla mano di dimostrare che la nuova occupazione non è vero lavoro, ma prestazioni precarie sottopagate.
Ho quindi presentato le tabelle che pubblico. La prima chiarisce che l'ISTAT considera occupato chi lavora anche una sola ora a settimana. La seconda che ci sono tre milioni di lavoratori precari e 15 circa a tempo indeterminato, ma che le nuove assunzioni sono al 90% di precari. Quindi il lavoro cattivo sta scacciando rapidamente quello migliore. Poi ho mostrato una tabella tratta dal sito di Alberto Bagnai, che mostra la differenza tra il tasso di disoccupazione del 1977 e quello attuale, quasi doppio rispetto ad allora. Qui i governativi non hanno più retto e si sono messi a contestare la credibilità della fonte e quando ho chiarito che anche i dati ISTAT, se giustamente letti, dicono la sessa cosa, hanno continuato a blaterare.
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