Addio Paolo Pietrangeli. Contessa non è un canto del passato, ma del presente e del futuro

22 Novembre 2021 18:21 Giorgio Cremaschi

La prima volta che ho sentito Contessa è stata nel luglio del 1968 a Bologna davanti alla Camiceria Pancaldi, fabbrica tessile occupata contro i licenziamenti.
Era sera e noi studenti stavamo attorno allo stabilimento, quando alle sue finestre improvvisamente si affacciarono le operaie in sciopero, che cominciarono a cantare : “Compagni dai campi e dalle officine..
Sono passati 53 anni e ancora ho il ricordo nitido della commozione che prese tutti noi quella sera e ancora sento quel canto. Allora non c’era internet, non c’era spotify e non era pensabile che radio e tv, che censuravano “C’era un ragazzo” di Gianni Morandi, facessero conoscere canzoni come Contessa. Che come modo principale di diffondersi avevano il contatto tra le persone, negli spettacoli nelle case del popolo e in qualche teatro, nell’ascolto comune di rari dischi alternativi e soprattutto nelle manifestazioni, prima scuola di canto.
Era la rete delle compagne e dei compagni che diffondeva a voce canti come Contessa, che così divenne la colonna del sessantotto e di tante lotte fino ai giorni nostri. Nei quali, di fronte al dilagare dello sfruttamento e dell’ingiustizia sociale, di fronte alla dittatura del mercato e dell’impresa, ha riaffermato tutta la sua potente attualità.
Ho conosciuto Paolo Pietrangeli molti anni dopo l’insorgere di Contessa, quando era militante di Rifondazione Comunista, ma in realtà era con me, come con tante e tanti di noi, dal canto alla Camiceria Pancaldi. E sono sicuro che Paolo sarà sempre al fianco di chi lotta, anche ora che ci ha lasciato, perché la sua canzone è un capolavoro della musica e della libertà. Un’opera di cui sentiremo la parole e le note ad ogni ribellione di fronte all’ingiustizia, assieme a chiunque condivida l’indignazione verso quelli che : ..Che roba contessa all’industria di Aldo...
Perché Contessa non è un canto del passato, ma del presente e del futuro.
Addio al musicista, al comunista, al compagno Paolo Pietrangeli.

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