Italia 2021. Non è il paese degli Elkann ma dei licenziamenti e dei morti sul lavoro

18 Dicembre 2021 19:41 Francesco Guadagni

“The Economist” giornale della Famiglia Elkann-Agnelli attraverso la Exor con sede fiscale in Olanda, alcuni giorni fa, trionfante, comunicava ai sudditi che l’Italia è il Paese dell’anno, grazie al Presidente del Consiglio Mario Draghi.

L'Italia torna ad essere rispettata? Ma da chi? da cosa? Se si intende dalla NATO e dall'Unione Europea semmai siamo complimentati per il nostro servilismo oggi messo in sicurezza proprio da Draghi.

Ci mancano solo gli elogi per bonifiche, l'impero, per l'ordine dopo gli scioperi, ritornelli che sentivamo 100 anni fa.

Ormai, i media cartacei o digitali del mainsteam raccontano, non vale solo per l'Italia, Paesi che non esistono.

Se proprio bisogna ricordarlo questo 2021 con la Presidenza di Mario Draghi bisogna menzionare lo sblocco dei licenziamenti, quelli avvenuti con messaggi Wathsapp, videochiamate ed email, le delocalizzazioni, gli aumenti delle tariffe, una sanità sempre più al disastro, e soprattutto, bisognerebbe non dimenticare i quasi 1400 morti complessivi sul lavoro.

Proprio oggi a Torino tre operai, Filippo Falotico, 20 anni, Roberto Peretto, 52 anni, e Marco Pozzetti, 54 anni, sono rimasti schiacciati da una gru in allestimento per dei lavori di ristrutturazione.

Ormai che si lavori anche di sabato non fa più scandalo, ancor meno la sicurezza dei lavoratori, ritenuta un freno, un orpello alla rinascita economica post pandemia. Continuerà ad essere così, altrimenti i fondi del Recovery non arriveranno, l'economia si ferma , dunque, si può passare anche su centinaia di cadaveri.

Ai nostri media interessa l'aspetto emotivo di queste morti, il "poveretto" che muore che fa audience, mai indagare però indagare sulle cause, anzi, una: Liberismo.

A proposito dei nostri media impegnati nella caccia a tutti i generi di "No", dai No Tav, No vax, No green pass, chissà se oltre a dipingerli come mostri e male assoluto, mostreranno questo video che mostra un atto di grande civiltà.

A Torino, questo pomeriggio mentre si svolgeva una manifestazione 'No Green Pass' i manifestanti hanno dedicato agli operai morti un minuto di silenzio.

Un atto di umanità che non dovrà essere mostrato. Altrimenti il teatrino mediatico non potrà andare avanti dopo averli dipinti come la peggiore feccia umana.

Mettere la polvere sotto il tappeto non basterà, lo sciopero generale di giovedì scorso, le lotte della logistica, contro le delocalizzazioni, contro strumenti repressivi e non sanitari come il green pass, dimostrano ai vari The Economist che esiste un paese reale che non si piegherà a Draghi novello Uomo della provvidenza di mussoliniana memoria.

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