Podemos e M5S a confronto: uniti da giovani rivoluzionari, separati dall’ideologia


di Francesca Morandi
MILANO - Podemos e Movimento Cinque Stelle a confronto ieri a Milano con Juan Carlos Monedero, uno dei fondatori del partito spagnolo di sinistra nato sulla scia delle proteste di piazza degli Indignados, e Claudio Messora, ex responsabile della comunicazione del M5S, che ha gestito, in coordinamento con Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, prima l’ingresso dei neoletti Cinquestelle al Parlamento italiano nel 2013 e poi, nel 2014, a quello europeo, dove ha tessuto alleanze “obbligate”, come quella con l’UKIP di Nigel Farage. Nel convegno, organizzato dall’associazione di promozione sociale Radix, in una biblioteca ieri a Gratosoglio, nella periferia sud-est milanese, il co-fondatore di Podemos e il blogger di Byoblu Messora hanno ragionato su vecchia e nuova politica, con il contributo delle analisi dell’economista anti-euro Antonio Maria Rinaldi e dell’avvocato Marco Mori, fondatore di Riscossa italiana.
“Il nuovo viene ‘dal di fuori’ dell’arena politica, come gli Indignados in Spagna e come Syriza di Alexis Tsipras in Grecia”, ha spiegato Monedero, professore di Scienze Politiche all’Università Complutense di Madrid mentre Messora ha ricordato le piazze italiane riempite con i “Vaffa Day” della prima fase del Movimento Cinque Stelle, e il ruolo di Gianroberto Casaleggio, “vera mente del movimento”: “La leggenda vuole che fu lui, dopo uno spettacolo di Beppe Grillo, a proporgli di fondare il M5S”.

“Chi dice di non essere né di sinistra né di destra, è di destra”, ha messo in chiaro Monedero, al quale ha ribattuto Messora: “Secondo questa logica allora il M5S dovrebbe essere di destra, ma se sull’immigrazione potrebbe anche essere vero, su altre posizioni non lo è affatto”. “L’alleanza con la destra di Farage fu obbligata dal Sì dato dalla Rete e dai meccanismi del Parlamento europeo, dove non affiliarsi a un gruppo politico, condanna all’irrilevanza totale - ha raccontato il blogger –. C’erano poi i Verdi e altri partiti che temevano la spinta del Movimento Cinque Stelle contro il potere costituito europeo”.
“Podemos viene da una storia di sinistra, di cui abbiamo compreso gli errori, ma che non rinneghiamo – ha detto Monedero, autore del libro “Corso urgente di politica per gente decente” (ed. Feltrinelli) -, anzi, noi diciamo chiaramente che veniamo dal marxismo, come dimostra la militanza di sinistra di molti fondatori di Podemos, compreso il sottoscritto. Personalmente ritengo che gli insegnamenti Antonio Gramsci siano tutt’oggi fondamentali per cambiare una società che patisce le conseguenze del neoliberismo economico-finanziario. Questo è il nostro obiettivo”. Un fine comune ai Cinque Stelle, che hanno però una provenienza e un approccio differenti, come ha spiegato Claudio Messora, evidenziando come “Casaleggio ha sempre rifiutato ogni atteggiamento ideologico, non volendo definire né di destra né di sinistra il M5S, per mettere al centro la democrazia. “Casaleggio è sempre stato uno studioso delle esperienze democratiche provenienti dal Nordamerica, dove sono nate le tecnologie utili a favorire la democrazia partecipativa – ha continuato Messora -. La ‘divinità delle Rete’ quale strumento di inclusività della cittadinanza, strumento democratico e controllo sulla rappresentanza politica, è stata sempre la priorità del M5S, prima di ogni ideologia”.
Fronte comune tra Podemos e M5S è la critica all’euro e all’Europa dell’austerity, oltre a una base formata in maggioranza da giovani anti-establishment, spinti da una forte richiesta di rottura rispetto a una politica corrotta e ritenuta collusa con i mercati internazionali. “Podemos è partito dalla gente, con le proteste degli Indignados contro la politica del rigore, risultato del controllo dei mercati sulla politica europea - ha sottolineato Monedero -. Basta guardare come i mercati hanno soffocato i risultati del referendum greco, che aveva detto NO al piano di austerity di Bruxelles. In un mondo che il neoliberismo vuole trasformare in un enorme mercato, non è più sufficiente ragionare in base alle categorie ‘destra’ e ‘sinistra’, perché le vittime sono trasversali. Seguire esclusivamente logiche ideologiche e teoriche conduce a quell’atteggiamento che ha portato il partito comunista nell’Est europeo a disprezzare la gente. Bisogna parlare a tutta la cittadinanza. Noi guardiamo all’esperienza latino-americana che ci ha anche insegnato che il cambiamento viene dalle strade e dalla gente comune”. In questo processo “i giovani sono essenziali perché nella costruzione di una nuova politica c’è un elemento generazionale. Altrimenti il rischio è di replicare partiti del passato, che perdono lo spirito rivoluzionario e si istituzionalizzano”.
“Oggi il ‘senso comune liberista’ ci porta a pensare in modo individuale e in competizione l’uno con l’altro – ha concluso il professore spagnolo -. Oggi bisogna parlare a tutti i cittadini, e, a livello politico, siamo pronti a dialogare con tutti coloro che all’Europarlamento hanno i nostri obiettivi. Sono convinto che il cambiamento non possa essere operato solo su scala nazionale, ma si debba compiere nel contesto europeo”. Dal canto suo Messora ha precisato che “l’esperimento di Casaleggio e Grillo è riuscito poiché mai nella storia, 160 cittadini comuni sono stati catapultati in parlamento senza appartenere a un partito politico” e “nonostante il potere costituito abbia tentato in tutti i modi di delegittimare 9 milioni di voti conquistati dal M5S nel 2013”.
Dopo aver fatto saltare il tradizionale bipartitismo, irrompendo negli scenari politici come onde anomale, Podemos, oggi al 16,7%, e il M5S al 26,7%, puntano a diventare i primi partiti in Spagna e Italia. Impossibile allora non confrontarsi.

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