Il Fatto Quotidiano getta la maschera: pieno sostegno alla destra golpista e fascista in Venezuela

di Alessandro Bianchi

Il Fatto Quotidiano si conferma il peggior giornale in Italia in politica estera. Dopo l'”autocensura” dei giornalisti in Bolivia, la sponsorizzazione quotidiana del colpo di stato morbido in Brasile contro Lula e Rousseff, è arrivato il momento del Venezuela. Del resto, quando si tratta di spingere le destre golpiste espressione degli oligopoli finanziari internazionali contro le esperienze progressiste dell'America Latina, il giornale di Travaglio si conferma il punto di riferimento più affidabile per il neo-liberismo in Italia. “Meglio” di Repubblica, Corriere e Sole 24 ore per intenderci.
E' il turno del Venezuela, dicevamo. E la presentazione dell'indegna legge di amnistia per la liberazione dei golpisti nel paese approvata dalla nuova maggioranza parlamentare e respinta dal Presidente Maduro viene presentata con questo titolo: “Venezuela, Parlamento approva amnistia per i prigionieri politici”.

E poi nell'articolo si legge:
“Il Parlamento del Venezuela, controllato dall’opposizione anti-chavista, ha approvato la legge di amnistia per i prigionieri politici. Complessivamente si tratterebbe di oltre 110 persone che verrebbero liberate, considerate come prigionieri politici dall’opposizione, fra i quali il leader anti-Maduro Leopoldo Lopez”.

Il messaggio è chiaro 110 persone, definite “prigionieri politici”, tra esse Leopoldo Lopez.

Ma ancora per essere più precisi, la signora Adele prosegue:
“Tra gli altri prigionieri che beneficerebbero dell’amnistia ci sono anche alcuni commissari di polizia che parteciparono attivamente al golpe del 2002 contro Hugo Chavez, ritenuti i presunti autori di alcune morti che si verificarono in tale occasione. La maggior parte sono però manifestanti arrestati durante le proteste organizzate da Leopoldo Lopez nel 2014 per chiedere le dimissioni di Maduro, e il sindaco metropolitano di Caracas, Antonio Ledezma, accusato di cospirazione per assassinare il presidente”.
Le famigerate Guarimbas del febbraio 2014 definite da Adele Lapertosa su il Fatto Quotidiano come semplici “proteste” organizzate da Lopez e il sindaco di Caracas Ledezma. Alcuni parteciparono al golpe contro Chavez nel 2002, scrive Lapertosa. Ma quest'ultima sa o fa finta di non sapere che Lopez fu uno di quei protagonisti di quell'azione sovversiva e che ha già beneficiato di un'amnistia per tale reato nel 2007?
Per comprendere chi è Leopoldo Lopez e cosa siano state le Guarimbas partiamo da queste parole pronunciate dai rappresentati del 'Comitato Vittime delle Guarimabas e del Golpe Continuado' – le famiglie delle vittime delle azioni sovversive che il Fatto Quotidiano definisce “proteste” - in audizione lo scorso giugno davanti al Parlamento Europeo: «Il tema dei diritti umani non può essere utilizzato per giustificare e legittimare azioni che costituiscono veri e propri atti di violenza e delitti. La comunità internazionale non può essere tratta in inganno sulle vere intenzioni che hanno mosso i dirigenti e i partiti politici quando organizzarono le manifestazioni violente da febbraio a giugno del 2014». Parole chiare, che provengono da chi ha avuto la vita stravolta da quei tragici eventi. La portavoce del 'Comitato Vittime delle Guarimabas e del Golpe Continuado' Desiree Cabrera ha dichiarato in quell'occasione: «Quando viene richiesta la liberazione di Leopoldo López, Daniel Ceballos e altre persone detenute per i crimini commessi negli atti violenti, classificati come ‘prigionieri politici’, viene violato il nostro diritto alla giustizia».


Visto che Adele Lapertosa definisce Leopoldo López (il protagonista del video qui sopra) «prigioniero politico», è importante ricordare che il fondatore del partito Voluntad Popular è stato condannato a 13 anni e 9 mesi di reclusione in quanto responsabile di crimini quali l'incendio doloso (art. 343 del Codice Penale), l'istigazione alla violenza (art. 285 del Codice Penale), danneggiamenti alla proprietà pubblica (art. 83, 473 e 474 del Codice Penale), e associazione a delinquere (art. 37 del Codice Penale), con l'aggravante di aver infranto la Legge Organica contro il Crimine Organizzato e il Finanziamento al Terrorismo quando con la destabilizzazione delle piazze l'opposizione cercò di provocare il rovesciamento del legittimo Presidente Maduro, nell'ambito di un piano apertamente golpista denominato 'La Salida'.
E' possibile definire un «prigioniero politico» chi ha convocato, appoggiato e guidato le azioni violente che hanno lasciato sul selciato 43 morti e 878 feriti, oltre ad aver provocato perdite incalcolabili derivanti dalla distruzione di infrastrutture destinate alla garanzia dei diritti umani su tutto il territorio nazionale? Per il Fatto Quotidiano si. Leopoldo Lopez, l'aspirante Pinochet che Stati Uniti e Fatto Quotidiano vogliono alla guida del Venezuela, ha appoggiato e permesso che un gruppo di militari della Forza Armata Nazionale prendesse Piazza Altamira a Caracas per trasformarla in 'territorio liberato' e farla fungere come piattaforma mediatica da cui lanciare gli appelli alla disobbedienza istituzionale e a un Colpo di Stato. Ma sono dettagli per il giornale del Fatto Quotidiano.
Ai golpisti Leopoldo López e Ledezma, aspiranti Pinochet in salsa venezuelana, preferiamo Elvis Durán, giovane lavoratore morto nell’impatto con una delle guayas, lasciando orfana una bambina di 7 anni, e così, altri uomini e donne che hanno pagato a caro prezzo le conseguenze delle azioni violente verificatesi in Venezuela. Il Fatto Quotidiano no, preferisce Lopez, Ledezma e tutti coloro che vorrebbero riportare il Venezuela alla povertà e analfabetismo, humus perfetto per lo sfruttamento del neo-liberismo. Lula ha recentemente dichiarato di non pensare che dare un piatto a milioni di poveri avesse generato tanto odio contro di lui.

P.s. Un’ulteriore prova dell’assurdità di questa legge approvata dall’Assemblea Nazionale e denominata ‘Ley de Reconciliación Nacional y Amnistía’ che pretende di scarcerare chi si è macchiato di gravi crimini e lesioni dei diritti umani, risiede nel fatto che gli stessi parlamentari, membri delle forze d’opposizione al chavismo che compongono la maggioranza nel Parlamento venezuelano, non conoscono nemmeno i volti e le storie di chi è stato tragicamente ucciso dalla violenza scatenata dalle guarimbas nel 2014. Il prodotto di quel piano golpista denominato ‘La Salida’, di cui Leopoldo Lopez fu il massimo promotore, volto a rovesciare il legittimo governo di Nicolas Maduro.

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