Il Partito "democratico" spalanca le porte del Nazareno alla destra fascista venezuelana


di Alessandro Bianchi

Guardate bene questa foto per capire che cosa sia oggi il Pd e quali interessi interni ed internazionali rappresenti.
Fabio Porta e Alessio Tacconi (ex Movimento 5 Stelle, ora nel Pd) in bella mostra e pieni di sorrisi con i familiari di due detenuti venezuelani, Leopoldo Lopez, condannato a 13 anni e Antonio Ledezma in attesa di giudizio.
Chi è Leopoldo Lopez (figlio)? L'Apprendista Pinochet qui lo potete osservare mentre assalta l'ambasciata cubana a Caracas durante il colpo di stato contro il legittimo presidente Hugo Chavez nel 2012. E qui per tutto il resto delle informazioni sull'altro tentativo di destabilizzazione violenta - da Lopez, già perdonato con un indulto, direttamente fomentata - le famigerate Guarimbas del febbraio 2014. E qui, infine, la testimonianza dei familiari delle vittime di quei giorni, che il Pd si è rifiutato persino di ascoltare nella loro ultima visita in Italia.

Per una sintesi, ma vi preghiamo di consultare tutti i link che vi abbiamo segnalato, Lopez nel paese simbolo del Pd, gli Stati Uniti d'America, oggi dovrebbe difendersi dalla sedia elettrica; mentre in Italia sarebbe in carcere con il 41 bis e i trattamenti sommari riservati ai detenuti degli anni di piombo. In Venezuela è stato condannato a 13 anni di reclusione (nelle condizioni carcerarie che potete vedere in calce all'articolo).
Ma chi è che secondo voi ha finanziato Leopoldo Lopez e gli altri golpisti della destra fascista venenzuelana (che poi è lo stesso che muove ogni decisione di politica estera del Pd?) Credo che la risposta sia abbastanza immediata, ma qui se avete ancora qualche dubbio.
Guardate di nuovo questa foto.

Ebbene al Nazareno, sede del Partito, è andato in scena quest'incontro organizzato dal responsabile degli Italiani nel mondo del Partito democratico, Eugenio Marino. Pubblichiamo la lista di tutti gli esponenti del Pd presenti all'incontro. Ben 9, un chiaro messaggio di una posizione del partito al governo del paese. Ecco i nomi:

- Eugenio Marino
- Fabio Porta
- Marco Fedi
- Claudio Micheloni
- Davide Baruffi
- Laura Garavini
- Gianni Farina
- Marco Pacciotti
- Alessio Tacconi

Il Pd ha espresso solidarietà ai “detenuti politici” in Venezuela (così li definisce un Fabio Porta tutto eccitato del suo incontro sulla sua pagina personale di Facebook).

Si tratta di una palese e gravissima violazione della sovranità del paese, un'interferenza interna indebita di gravità inaudita. Essendo anche segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi è responsabile di quello che avviene nella sede ufficiale del suo partito. Come primo ministro dovrebbe immediatamente discostarsi da quanto fatto nel Nazareno, altrimenti dovremmo presumere che l'appoggio alla destra golpista in Venezuela sia una posizione del governo italiano. Del resto, dopo il pieno sostegno ai neo-nazisti ucraini, quello ai nuovi Pinochet dell'America Latina dettano chiaramente la linea di politica estera del Partito guidato dal premier mai eletto da nessuno che tende ad autodefinirsi “democratico”.
Vi riportiamo, inoltre, una parte dell'ottimo approfondimento di Geraldina Colotti su il Manifesto, per capire chi sia il papà di Lopez e sulla propaganda che, anche tramite il Pd, sta facendo in questi giorni in Italia tra Roma e Milano.
Che la propaganda resti un forte motore della politica a ogni latitudine, è un fatto: per nobili o meno nobili cause. Stupirsene, non aiuta. Vedere la grande stampa a rimorchio di una sola campana, fino al punto di capovolgere i termini della questione, fa però ancora effetto. Possibile – ci si chiede – che a nessuno venga in mente di verificare le informazioni che si veicolano, i curriculum dei personaggi e la pertinenza delle loro affermazioni? E invece no. La visita in Italia di alcuni rappresentanti dell’opposizione venezuelana è stata sponsorizzata a scatola chiusa e senza un minimo di contraddittorio, sia a livello mediatico che politico.
Protagonisti di una kermesse che durerà alcuni giorni, Leopoldo Lopez Gill, Vanessa Ledezma e il sociologo Tomas Paez. Sostenuto da una cordata di imprenditori e da forti lobby internazionali, il gruppo ha organizzato anche un incontro in un grand hotel romano, a cui ha partecipato oltre un centinaio di persone.
In un’atmosfera “coppoliana”, tra un premio al “buon papà” e invocazioni alla Vergine di Coromoto, tra una lacrimuccia e una battuta razzista, dal tavolo una sequela di affermazioni false o strampalate, degne dei tempi in cui i comunisti “mangiavano i bambini”. Difficile sottrarsi a un effetto straniante, di fronte a un Lopez Gill trasformato in sofferente cherubino, perseguitato da una feroce dittatura. Il pedigree del conferenziere di Voluntad Popular è quello di un esponente dell’alta borghesia venezuelana, che per vent’anni è stato nel direttivo del giornale El Nacional.
Figura tra i firmatari del Decreto Carmona, con il quale il capo della locale Confindustria, Pedro Carmona Estanga, portato al potere da un colpo di stato, sospese tutte le garanzie istituzionali e diede luogo a un’energica repressione: fu durante il golpe contro il presidente democraticamente eletto, Hugo Chavez, nell’aprile del 2002. Un golpe deciso a Washington e orchestrato dall’oligarchia locale con la complicità delle alte gerarchie della chiesa cattolica: che durò solo due giorni perché il popolo riportò in sella il suo legittimo rappresentante.
[...]
Che poi la «feroce tirannia» diretta da Maduro sia passata attraverso il consenso delle urne, tanto che l’opposizione ha vinto le parlamentari, poco importa. E i politici detenuti per fatti gravissimi, anche se come Ledezma sono già agli arresti domiciliari, sono «prigionieri politici» barbaramente torturati: anche se – come testimoniano video e documenti – godono di tutte le garanzie. Anche se «la tomba» – un sotterraneo dove torturava la polizia politica insieme a gli anticastristi di Miami – è esistita solo durante la IV Repubblica: durante il Consenso di Washington che Lopez e i suoi
vorrebbero ripristinare.

Se il Pd al governo di questo paese si occupasse delle violazioni gravi dei diritti umani della popolazione carceraria italiana invece di interferire nelle decisioni sovrane di altri paesi liberi ed indipendenti, il mondo sarebbe sicuramente un posto migliore. Se il Pd si occupasse degli arresti giornalieri all'interno del suo partito e non di quelli all'estero, il mondo sarebbe sicuramente un posto migliore. Se il Pd non prendesse ogni decisione di politica estera in base ai voleri di Washington, il mondo sarebbe sicuramente un posto migliore. Se il Pd facesse tutto questo.... beh, semplicemente, non sarebbe il Pd.
P.s.
Da Caracas il video delle condizioni carcerarie del golpista Leopoldo Lopez.



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