"Washington non ha alcuna intenzione di risolvere la crisi in Ucraina", P. Craig Roberts


Washington non ha alcuna intenzione di risolvere la crisi in Ucraina, scrive Paul Craig Roberts sul suo blog.

Non essendo riusciti a portare il paese nella sua sfera d’influenza e a sfrattare la Russia dalla sua base navale del Mar Nero, gli Usa vedono nuove opportunità nella crisi.
Una di queste, spiega l’ex sottosegretario al Tesoro con Ronald Reagan, è quella di riavviare la Guerra Fredda , costringendo il governo russo ad occupare le regioni ucraine a maggioranza russa, dove i manifestanti si oppongono al governo di Kiev. Queste aree dell'Ucraina sono ex elementi costitutivi della Russia stessa. Esse sono state inglobate nell’Ucraina dai leader sovietici nel 20° secolo quando Ucraina e Russia erano parte dello stesso paese, l'URSS.
Dopo la pessima gestione degli eventi in Ucraina, Washington è al lavoro per dare la colpa alla Russia. Secondo gli Usa, le proteste sono orchestrate dal governo russo e non hanno alcun fondamento reale. Se Mosca inviasse unità militari per proteggere i cittadini russi negli ex territori russi, l'atto verrebbe utilizzato da Washington per confermare la tesi di una invasione russa (come nel caso della Georgia), e la Russia verrebbe ulteriormente demonizzata.
Il governo russo è in una situazione difficile. Mosca non vuole la responsabilità finanziaria di questi territori, ma non può farsi da parte. Il governo russo ha cercato di preservare l'Ucraina, confidando nelle elezioni del 25 maggio.
Tuttavia, Washington non vuole un’elezione che dia vita ad un governo che torni a cooperare con la Russia. C'è una buona probabilità che Washington dirà alle autorità di Kiev di dichiarare che la crisi scatenata dalla Russia in Ucraina impedisce elezioni. Affermazioni che saranno poi riprese da tutti gli altri Stati NATO.
E' quasi certo che, nonostante le speranze del governo russo, Mosca si troverà di fronte alla continuazione sia della crisi che dell’attuale governo di Kiev, sostenuto dagli americani.
Il 1° maggio l'ex ambasciatore di Washington in Russia, ora "secondo in comando" della NATO, ha dichiarato che la Russia a non è più un partner, ma un nemico. Alexander Vershbow ha detto ai giornalisti che presto la NATO dispiegherà un gran numero di forze in Europa orientale.
In altre parole, prosegue Craig Roberts, abbiamo di nuovo la menzogna che il governo russo sta per dimenticare l’Ucraina e lanciare attacchi su Polonia, Stati baltici, la Romania, la Moldavia, e gli Stati dell'Asia centrale, Georgia, Armenia, e Azerbaijan.
La demonizzazione della Russia sta funzionando, ma si avvicina il momento in cui Mosca dovrà agire per porre fine alla crisi o accettare una crisi in atto nel suo cortile di casa. Kiev ha lanciato attacchi militari sui manifestanti a Slavyansk. Il 2 maggio il portavoce del governo russo Dmitry Peskov ha detto che il ricorso di Kiev alla violenza aveva distrutto la speranza posta nell'accordo di Ginevra per una de-escalation della crisi.
Nel concludere il suo intervento, Craig Roberts richiama la dottrina Wolfowitz che, a suo dire, è alla base della politica degli Stati Uniti verso la Russia (e Cina). La dottrina considera qualsiasi potere sufficientemente forte da rimanere indipendente all’influenza di Washington “ostile”. La dottrina afferma:
"Il nostro primo obiettivo è quello di prevenire il riemergere di un nuovo rivale, sia sul territorio dell'ex Unione Sovietica o altrove, che rappresenta una minaccia per l'ordine come quella posta in passato dall'Unione Sovietica. Questa è una considerazione dominante alla base della nuova strategia di difesa regionale e richiede che ci sforziamo di prevenire qualsiasi potenza ostile dal dominare una regione le cui risorse potrebbero, sotto il controllo consolidato, essere sufficiente a generare potenza globale ".
La dottrina Wolfowitz giustifica il dominio di Washington di tutte le regioni. Essa è coerente con l'ideologia neoconservatrice degli Stati Uniti come il paese "indispensabile" e "eccezionale" destinato all’egemonia mondiale.
Russia e Cina stanno sfidando l’egemonia mondiale degli Stati Uniti. A meno che la dottrina Wolfowitz non sia abbandonata, conclude Craig Roberts, la guerra nucleare è il risultato probabile.

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