MH-17. Le "prove" rilasciate dalla Casa Bianca sulla traiettoria aereo malese


Dopo la conferenza stampa di ieri in cui il tenente generale Andrey Kartopolov illustrava le prove satellitari del fatto che un jet da combattimento SU-25 ucraino si sia alzato in quota verso l'aereo malese MH17 il giorno della catastrofe e sul fatto che il Boeing civile sia precipitato nella zona di funzionamento del sistema semi-movente a medio raggio di missili terra-aria "Buk dell'esercito ucraino, è finalmente arrivata la risposta da Washington.

Da Zero Hedge (ci associamo al sarcasmo):
La Guerra dell'Informazione incalza. Dopo la dettagliata presentazione di oltre 30 minuti delle 10 domande scomode da parte della Russia all'Ucraina (e gli Usa), la CNN riporta che il governo americano ha rilasciato la traiettoria satellitare di quello che secondo lui dovrebbe essere il tragitto percorso dall'aereo e il luogo dove il missile è stato lanciato. Naturalmente, l'epicentro del lancio è Snizhne, nel territorio controllato dai separatisti filo-russi. Il leader ribelle Alexander Borodai ha risposto: "Non abbiamo la capacità teccnica per distruggere un aereo. Gli ucraini non sono interessati alla verità“.
Che è esattamente nel cuore del territorio dei separatisti:

Aspettiamo la presentazione dettagliata di quello che significa esattamente (o quello che la Casa Bianca ritiene che significhi)... o è semplicemente una slide in Powerpoint ben fatta?
A complicare la situazione per gli Stati Uniti ci sono anche le dichiarazioni di una portavoce del Dipartimento di Stato americano, Marie Harf. In una conferenza stampa ha, infatti, sostenuto come "una preponderanza di prove“ sui social media e "il senso comune“ dimostrano come siano stati i ribelli ucraini ad abbattere l'aereo malese. Per la Harf, parole sue, i sospetti del governo americano sono basati su informazioni raccolte sui social media. “Abbiamo visto i resoconti sui social media, i video, le foto dei separatisti filo-russi“.

A chi le ha chiesto di rispondere a tutte le prove mostrate ieri dal Ministero della Difesa russo, Harf ha dichiarato di non poter confermare questi rapporti ma di essere „felice di controllare“.
Se in questa Guerra fredda 2.0 pensavate che fosse la Russia a non essere più in grado di poter gestire la situazione, potete tranquillamente iniziare a ricredervi...

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