R. Bootle: "La Grecia può sopravvivere a un default e ad un’uscita dall’eurozona. La vera follia sarebbe proseguire".


"La Grecia può sopravvivere a un default e ad un’uscita dall’eurozona. La vera follia sarebbe proseguire lungo il suo percorso attuale". Lo scrive Roger Bootle, presidente del Consiglio di Amministrazione di Capital Economics, sul Telegraph.
Dopo aver ricordato come la spesa pubblica nel paese sia stata mal gestita per molti anni, Bootle scrive come oggi i dati indicano che dal 15pc del 2009, quest’anno il deficit del bilancio greco è destinato a scendere a circa l’1pc, per poi arrivare ad essere addirittura in attivo. Ma questo non ha portato alcun beneficio alla popolazione: i redditi reali medi sono diminuiti, la disoccupazione è ancora circa al 25pc e il PIL è ancora in calo. Tutta questa austerità fiscale non ha quindi impedito al rapporto debito/Pil di crescere.
Il tutto in una situazione in cui la deflazione è ormai ben consolidata. Nel corso dell’ultimo anno, prosegue Bootle, i prezzi sono scesi dell’1.2pc, e dovrebbero continuare a calare. Ciò significa che anche se il PIL reale dovesse aumentare un po’, il PIL nominale scenderebbe ancora, facendo aumentare il debito in rapporto al PIL. E quindi nuova austerità e un circolo vizioso senza fine.
In queste circostanze, non sorprende che il principale partito di opposizione, Syriza, abbia chiesto la fine dell’austerità e la cancellazione di una buona parte del debito greco. E che, alla vigilia delle elezioni generali del 25 gennaio, sia in testa nei sondaggi di opinione. Per alcuni commentatori europei, il programma di Syriza sembra folle. Eppure, se c’è qualcosa di folle, è sicuramente procedere sul percorso attuale. Dal 2008, la Grecia ha subito un crollo del PIL del 25pc, più o meno equivalente al crollo che si è verificato negli Stati Uniti e in Germania negli anni ’30.
Angela Merkel, secondo l'opinione di Bootle, non acconsentirà alle richieste di Syriza. Un’ulteriore cancellazione del debito potrebbe anche essere possibile, ma la fine dell’austerità non può di certo essere concessa. Se lo fosse, come si farebbe a chiedere ai governi in Spagna, Italia, Portogallo, e ormai anche in Francia, di mantenere la disciplina? Quindi, se si arrivasse a una prova di forza e Syriza non facesse marcia indietro, la Germania caccerà la Grecia fuori dall’euro.
Rispetto alla crisi del 2012 ci sono stati due cambiamenti, che rendono un’uscita della Grecia dall’euro più probabile: in primo luogo, al netto degli interessi sul debito il governo greco è ormai in attivo. Quindi, se fa default e sospende o dilaziona il pagamento degli interessi, in realtà avrebbe dei risparmi. Il secondo fattore che è cambiato è che il governo tedesco ha cambiato idea sull'effetto domino potenziale agli altri paesi periferici ed ora ritiene che la zona euro sia in grado di sopportare un’uscita greca dall’euro senza molti effetti collaterali.
Il vero rischio per la zona euro, tuttavia, è che il default greco e l’uscita dall’euro vadano relativamente bene, e la Grecia inizi in poco tempo una ripresa con una dracma debole che farebbe riflettere anche le popolazioni di Spagna, Portogallo ed Italia. A quel punto la zona euro non resisterebbe.
Non è insolito, scrive Bootle, per i governi si aggrappino a quella che è la fonte e l’origine di una situazione economica dolorosa. Questa è una versione di quello che è conosciuto nel mondo psicologico come la Sindrome di Stoccolma, quando i prigionieri diventano emotivamente dipendenti dai loro rapitori e non vogliono fuggire. Ad esempio, nel 1931, il governo del Regno Unito ha lottato duramente per tenere il Gold Standard, che stava distruggendo l’economia del paese. E’ stato solo quando il paese è stato costretto ad uscire che l’economia è cresciuta vigorosamente. Allo stesso modo, nel 1992, il governo Major non aveva deciso che voleva uscire dallo SME.
Se la Grecia fa default, esce dall’euro e svaluta, l’establishment europeo ed i media lo descriveranno come un completo disastro per il paese. Eppure in economia, le cose spesso si rivelano diverse da come sembrano inizialmente. "Le crisi valutarie sono drammatiche e di conseguenza fanno notizia. Al contrario, un paese che viene arrostito a fuoco lento, con un’agonia che dura anno dopo anno, perde presto la prima pagina sui giornali. Certo, la Grecia potrebbe saltare in aria. Ma l’uscita e il default le darebbero una possibilità di fuga da questa terribile situazione. Continuare a muoversi lungo lo stesso vecchio solco porterà disastri e miseria", conclude Bootle.
Per una traduzione completa dell'articolo di Bootle si rimanda e si ringrazia a Vocidallestero

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