"Siamo ancora una colonia del debito". Il vero problema di Tsipras: ecco cosa pensa il popolo greco dell'Accordo ponte con la Troika

Le promesse del governo greco sono venute giù tutte con l'accordo di venerdì:
“La Grecia non continuerà con un programma che ha le caratteristiche di quello firmato dai precedenti governi”, Gabriel Sakellaridis il 15 febbraio.
"Il gioco “extend and pretend” che è iniziato dopo che il debito greco è divenuto insostenibile nel 2010 finirà”, Yanis Varoufakis il 16 febbraio.
E il 20 febbraio l'annuncio: "Il ministero delle finanze greco ha dichiarato che il programma di salvataggio è un grande successo”.

Non c'è nulla di cui gioire per la Grecia nell'accordo ponte di quattro mesi firmato con la Troika-istituzioni. Tsipras avrà ora un problema grave con il suo elettorato e un periodo di tensione crescenti con i suoi creditori, fino a quando, a ridosso della scadenza, il Truman Show si ripeterà in vista della scadenza del grosso del debito greco a luglio. E allora nuovi Eurogruppo di emergenza, nuova pre-tattica da una parte dell'altra e poi la scelta, che sarà sempre la stessa: rottura (quindi default e uscita dall'euro) o nuovo bailout (resa incondizionata) come avevano firmato Papandreou e Samaras. Alternative non sono mai esistite e mai esisteranno. Con l'accordo di venerdì si è solo deciso di rimandare lo scontro finale in un periodo, spera Syriza, in cui l'ascesa di Podemos, il Movimento cinque Stelle ed altri partiti anti-austerità nell'Europa del Sud gli permetterà di non essere sola comenelle prime settimane di governo e di tratttativa.
Quello che è certo e che è più importante oggi è cosa pensa il popolo greco - l'elettorato di Tsipras - pensa dell'Accordo. Il problema per Tsipras è che si sta presto accorgendo del tradimento delle promesse elettorali.
Alcuni greci si chiedono che cosa il governo abbia realmente raggiunto. "Abbiamo passato due mesi di agonia, abbiamo svuotato le banche, per renderci conto che siamo ancora una colonia del debito", ha detto un elettricista di 54 anni Dimitris Kanakis a Reuters. "I creditori hanno sparato i loro colpi." Un pensionato, Paradisanos Rigas, ad Euronews: "Mi sembra che nulla sia cambiato e presto ci tireranno alcune ossa e ci diranno che va tutto bene. Syriza dirà che abbiamo iniziato la lotta, mentre l'altra parte politica dirà che non è stato fatto nulla. E penso che alla fine resterà tutto lo stesso, esattamente lo stesso".
E ora che la Grecia si sta svegliando dalla sbornia del 25 gennaio quando aveva vissuto settimane di speranze per un nuovo inizio, scrive Zero Hedge, è il momento di ripetere la farsa fin dall'inizio: un altro partito si sostituirà a Syriza nell'appellarsi al popolo greco con promesse ancora maggiori, dichiarando che a differenza di Tsipras, questa volta lui riuscirà veramente a mostrare alla Germania chi è davvero il capo. Il problema per Syriza e per l'Europa è che quel parito sarà Alba Dorata.
Tra tutte le analisi, opinioni e previsioni sull'accordo ponte Grecia-Troika quella del ministro delle finanze irlandese Michael Noonan merita, infine, particolare attenzione: “Il problema politico di Syriza è che si tratta di un ribaltone della loro posizione elettorale. Non c'è nulla sul tavolo che possa essere considerato come una concessione. Si stanno compromettendo e anche abbastanza significativamente”, ha dichiarato ad un'emittente nazionale RTE, spiegando come oggettivamente Atene non avesse del resto molta scelta. “La minaccia più grande è che il loro sistema bancario sarebbe venuto giù mercoledì”.
Noonan ha anche precisato come la Grecia si trova di fronte alla firma prossima di un nuovo bailout rispetto ai 240 milioni di euro che sono arrivati dal 2010. L'accordo di venerdì è stato solo “il primo di una serie di discussioni per impedire che la Grecia collassi la prossima settimana”, ha dichiarato Noonan. “Una volta protetto il sistema per i prossimi quattro mesi, ci saranno un'altra serie di discussioni che riguarderanno effettivamente la negoziazione per un terzo programma di aiuti”.

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