Nessuno avrebbe potuto prevedere che un'altra "storia di successo" della diplomazia estera americana si sarebbe rivelata un disastro epico, si legge sul blgo ZeroHedge. Beh, nessuno, ad eccezione di coloro che prevedono con precisione che ogni intervento degli Stati Uniti all'estero sarà un fiasco incredibile ( tranne che per il complesso militare-industriale degli Stati Uniti, ovviamente). Per quanto riguarda lo Yemen, l'esito era chiaro da tempo: in un contesto di confronto per il dominio regionale tra Iran e Arabia Saudita, il presidente yemenita Abed Rabbo Mansour Hadi, appoggiato dall’Occidente, si è prima dimesso, poi ha ritirato le sue dimissioni e ora si trova nella città meridionale di Aden e non nella capitale, San'a', che dallo scorso settembre è sotto il controllo degli Houthi, che domenica hanno preso il controllo dell'aeroporto internazionale di Taiz, base strategica nel sud dello Yemen, e stanno avanzando verso la roccaforte di Hadi. La chiusura dell’ambasciata statunitense a Sana’a era avvenuta già a febbraio, prontamente occupata dai miliziani Houthi, mentre sabato, dopo che alcuni miliziani di al Qaida in Yemen (AQAP) sono riusciti ad occupare una città vicina alla base presidiata dagli americani, gli Stati Uniti hanno annunciato il ritiro di cento membri delle forze speciali che si trovavano in Yemen per collaborare con le forze locali nella campagna contro AQAP.
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di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...
di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Abbiamo sempre sottolineato che questa enorme crisi geopolitica in corso abbia una origine di tipo economico e monetario. Del resto solo le persone ingenue...
di Alessandro Orsini* C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...
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