"I dieci piccoli indiani", alias i finti rivoluzionari della minoranza Pd


Dichiarazioni interessanti, convegni interessanti, ma che alimentano solo l'astio verso una minoranza che si ostina a restare all'interno di un partito che più di tutti ha il peso e la responsabilità storica della fine della democrazia e del Welfare nel nostro paese. Come scrive Paolo Becchi sul Fatto, Claudio Velardi, ex consigliere politico di D’Alema ed ora renziano di ferro, ha saputo trovare la definizione perfetta ai tentativi ormai patetici e stucchevoli di questa fantomatica minoranza che, fingendosi finti rivoluzionari esattamente come Sel, ha il solo scopo di mantenere fette di elettorato all'interno del partito di Renzi.


Dal post di Paolo Becchi sul Fatto:

Così Claudio Velardi, ha definito, in una recente intervista, i ‘dissidenti’ Pd: “dieci piccoli indiani della sinistra renziana non hanno le palle di sfanculare D’Alema e Bersani”, “nani che si stanno contendendo la leadership della sinistra non renziana, da Landini a Vendola, a Civati a Cuperlo, a Fassina, Boccia, D’Attorre…”.
Sappiamo già – dal finale della filastrocca – che non ne rimarrà nessuno. Renzi, passo dopo passo, divisione per divisione, riforma per riforma sta facendo fuori tutti gli oppositori: da Miguel Gotor a Bersani, da D’Alema a Cuperlo, dalla Bindi a Civati, dovranno tutti allinearsi alle ‘accelerazioni’ renziane in nome della disciplina di partito. Il Premier ha già annunciato che lunedì ‘blinderà’ il testo dell’Italicum, con un voto interno al partito che impegni le sue correnti su un testo definitivo.
La mossa di Renzi è la risposta a quello che, si diceva, fosse l’accordo interno alle correnti di partito per far slittare il voto sulla legge elettorale a dopo le elezioni di maggio. Non sarà così, non ci saranno trattative estenuanti o ritardi: Renzi imporrà al Pd un’altra ‘resa dei conti’, ed il partito starà dalla sua parte. Il finale è già scritto: dei dieci piccoli indiani non ne rimarrà nessuno. Il delitto perfetto di Renzi si sta compiendo.

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