Rafael Correa a Panama: "L'America Latina non sarà mai più il cortile di casa di nessuno"


da Correo del Orinoco
«Oggi è stato certamente un giorno storico compagni, senza dubbio, il settimo Vertice delle Americhe rimarrà nella storia, finalmente e per la prima volta siamo stati tutti più uniti che mai»
Il Presidente della Repubblica dell’Ecuador, Rafael Correa, ha sottolineato che l’America Latina ha ribadito chiaramente il suo carattere sovrano e degno, che non tollererà più nessun tipo d’ingerenza e che «non tornerà mai più ad essere il cortile di nessuno».
«Oggi è stato certamente un giorno storico compagni, senza dubbio, il settimo Vertice delle Americhe rimarrà nella storia, finalmente e per la prima volta siamo stati tutti più uniti che mai», ha dichiarato il capo dello stato ecuadoriano durante la sua partecipazione al Vertice dei Popoli dell’America Latina ‘Una patria per tutti, in pace, solidarietà e con giustizia sociale’, tenutosi a Panama.
Correa ha evidenziato che per la prima volta al vertice vi è stata la presenza della Repubblica di Cuba e si è complimentato per l’avvicinamento del suo governo con gli Stati Uniti. «Questo dovrebbe colmarci tutti di felicità, spingerciad avanzare verso un continente di pace».
Il Presidente ecuadoriano ha poi deplorato il tentativo statunitense di far passare l’avvicinamento diplomatico come una concessione a Cuba, una specie di favore. «Qui non si tratta di favori signori, è la giustizia, che si è guadagnata il popolo cubano con decenni di lotta, dignità, non sottomettendosi al più potente impero della storia».
Invece di offrire trattative e concessioni – ha spiegato Correa – gli Stati Uniti avrebbero dovuto chiedere scusa, risarcire Cuba per tutti i danni arrecati e riconoscere l’ingiustizia.
«Devono rispettare la sovranità dei paesi, devono ripsettare il Diritto Internazionale, devono rispettare l’autodeterminazione dei popoli, devono rispettare la carta dell’OSA che invocano solo quando gli conviene» ha denunciato il Presidente Correa.
Infine, Rafael Correa ha chiesto che una volta per tutte si proceda all’eliminazione di «questo criminale bloqueo, che non ha fondamento giuridico, non ha alcuna legittimità, non ha ragione d’essere, che rappresenta il più grande attacco al diritto internazionale e ai diritti umani nel continente e probabilmente nell’intero pianeta».
Solidarietà con Nicolás Maduro
In riferimento al decreto di Obama che bolla il Venezuela come una minaccia contro la sicurezza degli Stati Uniti, ha sottolineato che l’abrogazione di questo documento non è da intendersi come la richiesta di un favore, ma bensì di tratta di «iniziare a rispettare il Diritto Internazionale e i rapporti di reciproco rispetto tra i paesi».
«Tutta la nostra solidarietà a Nicolás (Maduro), dobbiamo stare molto attenti», perché il ritiro dell’ordine imperiale non è l’aspetto più importante, ma solo la punta dell’iceberg di una macchina letale e di un sistema in cui vige una logica propria, che va oltre la buona volontà del presidente di turno».
«Si tratta di un piano per destabilizzare il nostro amato Venezuela», ha denunciato Correa.

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