Le montagne e i bunker segreti dove si nasconderanno gli agenti Cia se Washington venisse attaccata



di Cesare Sacchetti

La preoccupazione principale del dottor Stranamore, all’alba della terza guerra mondiale che avrebbe visto l’impiego di armi nucleari da parte delle due superpotenze in campo, USA e URSS, era quella di continuare la specie umana. Soprattutto quale scenario fosse possibile immaginare dopo un conflitto che avrebbe visto la reciproca distruzione delle due parti in campo, poiché in un conflitto nucleare, è opinione assai condivisa da esperti e analisti militari, che non esista un vero e proprio vincitore, in quanto è il principio della Mutual Assured Destruction a prevalere su qualsiasi strategia di guerra convenzionale.
Da qui l’esigenza di costruire dei bunker nei quali un gruppo di uomini e donne possano garantire la continuazione della specie umana e che sarebbe stato rinchiuso fino a quando la pioggia nucleare ( nuclear fallout) non fosse cessata. Il mondo oggi è davvero vicino a quello scenario di autodistruzione? Negli Stati Uniti nel frattempo il governo federale deve essersi già dato una risposta a questa domanda, ed ha approntato la costruzione di bunker a Charlottesville, in Virginia, non molto lontano da Washington D.C. Non si tratta di una semplice indiscrezione, ma di un’operazione ufficiale che avviene alla luce del sole. Il blog americano Zero Hedge, ha riportato la notizia della costruzione di questi bunker, anche se fino ad ora il governo federale non ha reso noto il loro scopo.

L’ente che ha patrocinato la realizzazione di questi bunker è la FEMA, acronimo che sta per Federal Emergency Management Agency, una sorta di organismo federale che opera sul territorio nazionale americano per la gestione delle emergenze di carattere climatico, come un omologo della Protezione Civile italiana. Quello che sconcerta è la simulazione di pochi giorni fa realizzata dalla FEMA, coordinata dal Dipartimento della Sicurezza Interna degli Stati Uniti, che ipotizza uno scenario di distruzione nucleare nel verde di Charlottesville, dopo massicci bombardamenti nucleari che lascerebbero intatti solo i bunker anti-atomici. L’operazione ha il nome di America’s Preparathon e descrive con queste parole lo scenario post-nucleare: “E’ passata da poco la mezzanotte. Da questa montagna si possono ancora vedere i resti radioattivi di quello che una volta era Washington, DC, mentre l'elicottero sorvola l’orizzonte illuminato dalle radiazioni. L’esplosione nucleare è la prova lampante che le agenzie di intelligence non sono riuscite a prevenire il peggio, ma almeno qualcuno è stato abbastanza intelligente per costruire dei bunker nella campagna della Virginia per i loro compagni di spie che così potranno riorganizzarsi e sopravvivere. Una volta aperta la porta di acciaio rinforzato si entra nel bunker.”
La preoccupazione di chi ha scritto questo laconico comunicato non è a quanto pare la sopravvivenza dei cittadini americani, che si ritiene scontato che debbano soccombere, ma è l’incolumità degli agenti segreti che una volta terminata la pioggia nucleare potranno uscire dal bunker e ricominciare in una terra desolata e distrutta a fare quello che presumibilmente stavano facendo prima, e che evidentemente come riconosce l’autore del comunicato non è stato sufficiente a scongiurare la guerra atomica. Dopo l’11 settembre, milioni di dollari sono stati spesi nella costruzione di questi bunker e adesso si è giunti al traguardo. Ora l’obbiettivo primario per il Dipartimento degli Affari Interni degli USA, è assicurare che le agenzie di intelligence continuino a svolgere il loro lavoro anche in situazioni critiche e un luogo candidato ad ospitare gli uomini dei servizi, potrebbe essere proprio Peters Mountain.


Il dipartimento della National Intelligence, ha annunciato che quest’anno parteciperà a America’s Preparathon e ha dichiarato che saranno assicurati “ le piattaforme e i sistemi necessari per consentire al direttore della National Intelligence di coordinare quelle operazioni di intelligence in grado di assicurare la continuità di sicurezza, specialmente nell’emergere di gravi crisi “. C’è un’aura di mistero intorno a questo luogo che si pensa sia stato realizzato negli anni’50 proprio in previsione di una guerra nucleare con l’URSS. Nonostante non risulti ufficialmente che questa struttura sia di proprietà del governo federale, l’accesso agli estranei è strettamente proibito, tanto da far chiudere la strada principale che sulla cartina non risulta affatto interrotta.
Dunque l’incubo del conflitto nucleare è davvero possibile? Il governo degli Stati Uniti si prepara ad affrontarlo, ma non sembra preoccuparsi troppo dell’incolumità dei suoi stessi cittadini.

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