Perso 1 miliardo di euro per le sanzioni: il Pd vota per dichiarare la Russia “partner non più strategico”


di Eugenio Cipolla


Il paradosso più grande è che ieri, nell’accogliere a Expo il presidente russo Vladimir Putin, Matteo Renzi aveva parlato della Russia come di un paese necessario per l’occidente. Importante per combattere l’avanzata del terrorismo islamico, ma anche per le nostre aziende, molto attive sul mercato russo. Eppure in quelle stesso ore, mentre il premier italiano cercava almeno in apparenza di spegnere il fuoco delle polemiche tra Mosca e Occidente, in Europa gli europarlamentari del Pd si accodavano al blocco anti-russo capeggiato dai deputati del nord Europa e dei paesi baltici, votando a favore di un documento contro la Russia.
L’Aula di Strasburgo, con 494 sì, 135 no e 69 astensioni, ha approvato una mozione che chiede alla Commissione Europa di rivedere in modo più critico la stato delle relazioni Ue-Russia. Nel testo si legge che, per il suo comportamento e il suo ruolo nella crisi ucraina, Mosca sta violando i principi democratici e del diritto internazionale e per questo deve essere considerata «non più partner strategico della Ue». Secondo la risoluzione l’annessione della Crimea da parte della Russia è stato un atto illegale e sulla base di queste circostanze «l’Ue non può considerare un ritorno al ‘business as usual’, procedendo al contrario a una riesame critico delle sue relazione con Mosca, che includa un piano di persuasione d’emergenza per contrastare le sue politiche aggressive».
Gli europarlamentari, inoltre, si dicono preoccupati «per la crescente atmosfera di odio nei confronti degli attivisti dell'opposizione, dei difensori dei diritti umani, delle minoranze e delle nazioni limitrofe, come pure il deterioramento della situazione dei diritti umani e dello stato di diritto in Russia, condannando le intimidazioni verso le voci critiche con violenze, processi e incarcerazioni e altre misure utilizzate dallo Stato». Perciò «la ripresa della cooperazione potrà essere presa in considerazione «a condizione che la Russia rispetti l'integrità territoriale dell'Ucraina e attui pienamente gli accordi di Minsk». Insomma, il documento non è proprio una dichiarazione amicizia verso il paese guidato da Putin e il sì del partito di governo italiano è arrivato proprio nel giorno della visita ufficiale del capo di Stato russo nel nostro paese.

Ieri a Milano il capo del Cremlino ha spiegato che le aziende italiane «hanno perso oltre un miliardi di euro di guadagni da contratti già siglati» a causa delle sanzioni occidentali e che gli imprenditori italiani «non sono favorevoli alle politiche sanzionatorie dell’Unione Europea». Fino a quando non saranno tolte le sanzioni, però, Mosca continuerà a mantenere le limitazioni verso i nostro prodotti, atto che considera come una legittima difesa. I danni per le imprese italiane comunque rimangono.
Coldiretti nei giorni scorsi ha denunciato come, dopo l’inizio delle contro-sanzioni di Mosca, in Russia ci sia stato un vero e proprio boom di prodotti made in Italy taroccati, che nei primi quattro mesi del 2015 hanno registrato un sorprendente aumento del 30 per cento e riguarda imitazioni di mozzarella, robiola e grana padano. Secondo l'analisi della Confederazione Nazionale dei Coltivatori, si tratta di danni indiretti destinati a durare nel tempo che moltiplicano le perdite già subite dall'agroalimentare italiano, che ha visto dimezzare le esportazioni in Russia (-53,8 per cento) nel primo bimestre del 2015 dopo che l'embargo iniziato il 6 agosto del 2014 aveva già comportato un calo delle spedizioni di circa 100 milioni di euro.
Oggi Mosca ha risposto indirettamente alla mozione approvata dal Parlamento Ue e lo ha fatto per bocca del suo premier, Dmitri Medvedev. Citato da Ria Novosti, il defino di Putin ha detto che le sanzioni occidentali hanno stimolato la Russia a cooperare «in modo più attivo con l’Asia e di questo ringraziamo l’occidente. In termini economici, di certo, ogni tipo di sanzione che hanno varato contro di noi, ci ha stimolati a cooperare in modo più attivo con i Paesi asiatici», ha spiegato il capo del governo di Mosca, «ringrazio molto quegli Stati che hanno adottato le sanzioni, lo dico in tutta sincerità».
La scorsa settimana, dopo che i paesi Baltici avevano spinto il Consiglio di Sicurezza Onu a riunirsi in seguito all’escalation di combattimenti in est Ucraina, la Russia ha vietato l’importazione di pesce da Lettonia, Estonia e Lituania. Un danno non da poco per economie come quelle baltiche che vivono prevalentemente con questo tipo di export. «Il nostro paese perderà tra i 100 e i 200 milioni di euro a causa dell’embargo di Mosca sui nostri prodotti», ha detto il ministro dell’Agricoltura lettone, Janis Duklavs. Prodotti che ora verranno riversati sul mercato europeo a minor costo, danneggiando la concorrenza e creando un cortocircuito pericoloso per il futuro.

Le più recenti da NOTIZIE BREVI

On Fire

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

L'avviso (finale) del Fondo Monetario Internazionale all'Impero Americano

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico   Abbiamo sempre sottolineato che questa enorme crisi geopolitica in corso abbia una origine di tipo economico e monetario. Del resto solo le persone ingenue...

Alessandro Orsini - Le democrazie occidentali, le dittature e l'antropologia culturale

  di Alessandro Orsini*   C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa