Emerge un'alleanza europea di fronti di liberazione nazionali per vendicare la sconfitta greca

 
Alla fine il momento è arrivato scrive Ambrose Evans-Pritchard sul Telegraph. Il primo ministro delle finanze della zona euro con un piano dichiarato di uscita dalla moneta unica è ora sotto investigazione per tradimento.
 
Il Procuratore capo in Grecia sta esaminando le accuse penali contro un gruppo di lavoro di cinque persone guidato dall'ex ministro delle finanze Yanis Varoufakis per creare un sistema di pagamenti bancari parallelo all'euro che avrebbero, come ultima ratio, reso possibile un ritorno alla dracma. 

E' difficile, prosegue il Columnist del Telegraph, immaginare come un'unione monetaria possa mantenersi in vita con i poteri giudiziari, la coercizione e la paura contro i vecchi stati nazionali d'Europa. La criminalizzazione di ogni dibattito sulla Grexit zittisce ogni confronto sul ritorno alla dracma, anche se c'è una altissima probabilità, se non la certezza, che l'ultimo pacchetto d'aiuti della zona euro alla Grecia sarà inutile e inefficace rendendo inevitabile un'uscita del paese dalla moneta unica. Da un punto di vista politico, sottolina Evans-Pritchard, è una follia.

Il quotidiano conservatore e vicino agli interessi dei creditori, Kathimerini, riporta addirittura che le nuove imposizioni della Troika includono "violazioni delle leggi monetarie, dei doveri e appartengono ad un'organizzazione criminale”, oltre a violare la privacy entrando nei sistemi fiscali greci".  

Varoufakis insiste che il suo Piano B per un sistema di pagamenti alternativo, avallato dal primo ministro Tsipras, fosse basato su uno schema ideato in California nel 2009 sulle cambiali subito dopo il crac Lehman Brothers. L'obiettivo non era quello di uscire dalla zona euro, ma come ultima ratio poteva facilitare il ritorno ad un sistema di pagamenti in dracme e qui, scrive Ambrose Evans-Pritchard, sta il tradimento. 
 
Pablo Iglesias, il leader del movimento spagnolo Podemos, ha tratto dalla vicenda greca le sue conclusioni ed ha iniziato ad alzare i toni della contesa in vista della campagna elettorale per le elezioni prossie venture. Iglesias ha accusato la Germania di imporre misure simili a quelle inflitte a Cartagine come punizione per aver ascoltato il popolo con un referendum e avvisato sui limiti della “democrazia in Europa”. E ha dichiarato: "la lezione leninista della Grecia è che le forze rivoluzionarie devono mostrare il pugno di ferro".

La lezione da trarre, sottolinea Evans-Pritchard, è che se Podemos dovesse essere eletto in Spagna, sfiderà apertamente con un atto di forza i media, l'establishment, il settore giudiziario e le corporazioni economiche del paese. Il destino di Syriza ha chiaramente segnato il futuro della sinistra anti-establishment europea: i creditori della zona euro hanno mostrato tutti i loro limiti nel voler preservare il sistema ed è ora difficile spiegare ai cittadini spagnoli e a chiunque altro come Tsipras possa accettare misure draconiane rigettate dal popolo una settimana prima. Podemos ha perso nei sondaggi diversi punti nell'ultimo periodo (ora è al 17%), ma è prematuro concludere che sia la fine della storia. Il messaggio profondo della vicenda di Syriza è che nessun partito di sinistra anti establishment possa perseguire le politiche sovrane che annuncia in campagna elettorale all'interno della zona euro.
 
Il Professore della Texas University James Galbraith ha dichiarato che la vicenda di Syriza negli ultimi cinque mesi dimostra come sia impossibile per uno stato della periferia cambiare le politiche con le forze dell'argomentazione solamente, anche se i dettami della Troika siano una follia della macroeconomia precedendo deflazione e la trappola del debito.  
 
Parlando alla sinistra anti-establishment, il prof Galbraith ha chiesto agli elettori spagnoli di non illudersi da questo punto di vista: i creditori hanno mostrato che il loro fanatismo è infinito, insistendo sugli stessi termini del Memorandum nonostante la scienza economica. E per la Spagna potrebbero esserci le stesse minacce: interruzione di capitali alle banche da parte della Bce,etc. 
 
Ambrose Evans-Pritchard non ritiene che Podemos possa vincere le elezioni in un paese che sta vivendo l'illusione di una ripresa, quando in realtà sta solo creando le premsse per una nuova bolla pronta ad esplodere non avendo risolto nulla dei problemi strutturali della zona euro. L'Italia è un'altra questione: con la prduzione 11 punti sotto il livello pre Lehman, abbiamo un crollo perggiore del decennio perso del Giappone e anche dell'Italia negli anni '30. Non ha precedenti in nessuna grande economia in tempi moderni. 
 
Beppe Grillo, il leader del Movimento Cinque Stelle, ha publicato sul suo blog il piano B di uscita dall'euro. “Non è possibile difendere gli interessi del popolo greco al'interno della zona euro. Pensare di slegare euro ed austerità ha fallito ed ha finito per trasformare il paese in un vassallo della Germania. La lezione per l'Italia è che bisogna impedire occupazioni neo-coloniali e l'appropriazione degli asset nazionali. Bisogna combattere preventivamente i creditori e forzare un'uscita dall'euro sui termini italiani”.
 
Questo è il risultato del rifiuto della zona euro a cercare qualunque modus vivendi con Syriza anche se ce n'erano le possibilità e gli interessi.  

Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, ha addirittura dichiarato che uno spirito pre-rivoluzionario è nell'area in molti paesi dell'Europa, comparando questo periodo a quello dell'alleanza Sinistra-Destra degli anni '30. “E' sempre lo stesso gioco prima delle tragedie nella storia dell'Europa”, ha dichiarato al Financial Times. Non riesce proprio ad ammettere, conclude Ambrose Evans Pritchard, che la radice di tutto questo sia la struttura deformata dell'unione monetaria che ha prodotto sei anni di disoccupazione di massa ed incubato i semi di questa nuova tragedia. L'accordo che ha strappato dopo il "water-boarding" a Tspiras crea le premesse per lo stesso circolo vizioso. E quindi ora abbiamo un'Europa in cui la temperatura politica sta raggiungendo il punto di ebollizione: con le elite della zona euro che si rifiutano di concedere ogni cambiamento, con indagini penali a chiunque tenti un'azione B per uscire da questa trappola, stiamo creando le premesse per una guerra civile in Europa.

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