L'Onu condanna il "silenzio virtuale" sulle vittime civili nel conflitto yemenita


I funzionari delle Nazioni Unite hanno apertamente criticato "il silenzio virtuale" della comunità mondiale per quanto riguarda le sofferenze dei civili nel conflitto yemenita, avvertendo che se la violenza sul terreno non viene arrestata tramite un compromesso politico sempre più persone ne soffriranno.
Adama Dieng, consigliere speciale per la prevenzione del genocidio, e Jennifer Welsh, il consigliere speciale per la responsabilità di proteggere, "hanno espresso preoccupazione per il crescente impatto del conflitto in corso nello Yemen sui civili, e il silenzio virtuale della comunità internazionale circa la minaccia per le popolazioni ".
La dichiarazione congiunta da parte dei funzionari arriva un giorno dopo che l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Zeid Ra'ad Al Hussein ha detto al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite che oltre 2.000 civili sono stati uccisi in Yemen. Dall'inizio del conflitto, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR) ha accertato 6.631 vittime civili, tra cui 2.112 morti tra i civili, e 4.519 feriti.
Tuttavia, i funzionari delle Nazioni Unite ritengono che le cifre reali potrebbero essere molto più alte. Secondo i media locali, i raid della coalizione a guida saudita hanno ucciso almeno 54 persone in tutto lo Yemen martedì, tra cui quattro bambini.
Il numero di morti tra i civili è in aumento nelle ultime settimane, dopo che la coalizione ha intensificato gli attacchi aerei sulle posizioni degli Houthi a seguito dell'attacco dei ribelli nella provincia di Marib, il 4 settembre, che ha ucciso più di 60 membri delle truppe arabe.
"I recenti sviluppi rischiano di portare ad un'escalation di violenza nel centro dello Yemen, in particolare se Sana'a diventa teatro di scontri tra la coalizione a guida saudita e le forze Houthi, e i civili porteranno il peso di questa violenza", hanno avvertito Dieng e Welsh
I consiglieri speciali hanno anche sollevato preoccupazioni circa le "gravi violazioni" del diritto internazionale in tutto il paese, commesse da entrambe le parti in conflitto. I funzionari hanno anche denunciato l'uso del linguaggio settario per alimentare le divisioni e giustificare le violazioni del diritto internazionale, in quanto hanno invitato i leader locali ad astenersi dal "manipolare le identità religiose per scopi politici".
I funzionari delle Nazioni Unite hanno avvertito che, se non viene raggiunto un serio impegno per trovare una soluzione politica al conflitto, la situazione rischia di degenerare ulteriormente. Per aiutare la riconciliazione, Dieng e Welsh hanno ricordato che la comunità internazionale ha la responsabilità di proteggere i civili dai crimini di guerra.

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