Scacco matto di Putin. Mosca è pronta a lanciare attacchi aerei contro l'ISIS con o senza gli Stati Unti


Domenica la strategia di Washington in Siria è stata svelata ufficialmente. John Kerry, parlando da Londra dopo un colloquio con il ministro degli Esteri britannico, Philip Hammond, in sostanza, ha ammesso che la mossa della Russia per rafforzare il regime di Assad a Latakia significa che i tempi di un'uscita di Assad sono ora completamente indeterminati.
Come ricostruisce ZeroHedge, Mosca, rendendosi conto che invece di intraprendere un serio sforzo per combattere il terrorismo in Siria, gli Stati Uniti hanno semplicemente adottato una strategia di contenimento per l'ISIS, ha pubblicamente invitato Washington ad unirsi alla Russia e agli altri per sconfiggere lo Stato islamico. Naturalmente il Cremlino sapeva che gli Stati Uniti non avrebbero fatto nulla di simile fino a quando Assad sarebbe rimasto al potere, ma estendendo l'invito, Putin ha letteralmente svelato il bluff di Washington, costringendo la Casa Bianca o ad ammettere che non si tratta affatto dell'ISIS oppure unirsi alla Russia nel combatterli. L'intelligenza di questa mossa è che se Washington effettivamente coordinerà i suoi sforzi per combattere l'ISIS con Mosca, gli Stati Uniti saranno in lotta per stabilizzare il regime che per molto tempo hanno cercato di rovesciare.
Le notizie (che non hanno sorpreso nessuno se non il Pentagono a quanto pare), che Mosca sta coordinando i suoi sforzi in Siria con Teheran servono solo a rafforzare la tesi che Assad non andrà da nessuna parte per il momento, e gli Stati Uniti saranno o costretti ad aiutare Mosca nel tentativo di distruggere gli stessi estremisti sunniti che in alcuni casi ha sostenuto, oppure ammettere che contrastare la Russia, sostenendo i suoi alleati regionali nei loro sforzi per rimuovere Assad, ha la precedenza sull'eliminazione dell'ISIS. Poiché la seconda opzione è insostenibile per ovvie ragioni, Washington ha un problema- e Vladimir Putin ha appena fatto peggio.
Come riporta Bloomberg, Il Cremlino è pronto a lanciare attacchi unilaterali contro obiettivi dell'ISIS anche senza la collaborazione degli Stati Uniti.
Il Presidente Vladimir Putin, determinato a rafforzare l'unico avamposto militare della Russia in Medio Oriente, si sta preparando a lanciare attacchi aerei unilaterali contro Stato islamico dall'interno della Siria se gli Stati Uniti rifiuteranno la sua proposta di unire le forze.
Putin, però,preferirebbe che l'America e i suoi alleati accettino di coordinare la loro campagna contro il gruppo terrorista con la Russia, l'Iran e l'esercito siriano.
La diplomazia russa ha accelerato mentre Putin cerca di evitare il crollo del regime assediato di Bashar al-Assad, alleato di lunga data che fronteggia sia una guerra per procura da oltre quattro anni che gli estremisti sunniti dello Stato islamico. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è volato a Mosca per colloqui con Putin lunedi, seguito dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan martedì.
La proposta di Putin, che la Russia ha comunicato agli Stati Uniti, prevede un "binario parallelo" di un'azione militare congiunta accompagnata da una transizione politica, una richiesta chiave degli Stati Uniti. L'iniziativa sarà il fulcro del viaggio di un giorno di Putin a New York per l'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 28 settembre, che potrebbe includere colloqui con il presidente Barack Obama.
"La Russia spera che prevalga il buon senso e Obama stringa la mano tesa di Putin", ha dichiarato Elena Suponina, un analista senior Medio Oriente presso l'Istituto di studi strategici, che consiglia il Cremlino. "Ma Putin agirà in ogni caso"
E come si suol dire: Scacco matto.
La Russia, naturalmente, è pienamente consapevole che gli Stati Uniti non hanno mai avuto alcuna intenzione di sradicare completamente l'ISIS. Non più tardi della scorsa settimana, gli alleati di Mosca a Teheran hanno accusato Washington di perseguire niente di più che una politica di contenimento dell'ISIS, nel senso di consentire al gruppo di continuare ad operare in Siria assicurandosi che il regime di Assad rimanga sotto pressione.
In secondo luogo, anche se la Russia è d'accordo con alcune modalità di una transizione politica ordinata si può essere assolutamente sicuri che Mosca non ha intenzione di rischiare la vita dei suoi soldati (per non parlare della sua reputazione internazionale) per vedere gli Stati Uniti scegliere il nuovo governo siriano. Inoltre - e questo è anche fondamentale - la Russia sarà ovviamente attenta a garantire che chi verrà dopo Assad curi gli interessi della Russia riguardo alla sua base navale a Tartus. Questo significa che anche se gli Stati Uniti, l'Arabia Saudita, e il Qatar saranno costretti a sostenere pubblicamente una transizione gestita, Washington, Riyadh e Doha privatamente saranno estremamente delusi dal risultato, che pone la seguente domanda: quale sarà la prossima strategia per estromettere Assad e sarà accompagnata da qualcosa di peggiore di una sanguinosa guerra per procura di oltre quattro anni e la creazione di un gruppo di militanti che mira a ristabilire un califfato medievale?

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