Il Segretario Generale dell'Onu condanna la strategia di Obama in Siria e sostiene Putin.


In un'intervista con i giornali spagnoli che è stata pubblicata il 31 ottobre, il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon ha condannato la richiesta del presidente americano Barack Obama di rimozione del presidente siriano Bashar al-Assad con queste chiare parole: "Il futuro del presidente Assad deve essere decisa dal popolo siriano. Ora, io non voglio interferire nel processo di Vienna, ma penso che sia assolutamente ingiusto e irragionevole che il destino di una persona possa paralizzare tutto questo negoziato politico. Questo non è accettabile. Non è giusto. Il governo siriano insiste sul fatto che Assad dovrebbe essere parte della transizione. Molti paesi occidentali si oppongono alla posizione del governo siriano . Nel frattempo, abbiamo perso anni. 250.000 persone sono state uccise. Ci sono 13 milioni di rifugiati o di sfollati. Oltre il 50% degli ospedali, scuole e infrastrutture sono state distrutte in Siria. Non bisogna perdere più tempo. Questa crisi va oltre la Siria, oltre la regione. Essa colpisce l'Europa. Si tratta di una crisi globale. "
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, riporta lo storico Eric Zuesse in un articolo di rara bellezza pubblicato su Zero Hedge, sta qui implicitamente incolpando tutto il sangue e la miseria della Siria al Presidente degli Stati Uniti Obama e ai "molti paesi occidentali" che, alleati con lui, si sono uniti nel chiedere il cambio di regime in Siria. Gentiloni, per non fare nome di vassalli.

La posizione del presidente russo Vladimir Putin è stato, ed è, l'esatto contrario di Obama: e cioè, che solo una elezione da parte del popolo siriano possa determinare un cambio del presidente siriano. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite è qui d'accordo con Putin, nell'escludere che la questione possa essere decisa da non-siriani, e con mezzi non democratici (che è fondamentalmente quello che George W. Bush ha fatto in Iraq e Barack Obama in Libia).
L'ottusità aristocratica dell'occidente, prosegue Zuesse, ha creato il leit motiv che sia Putin e non Obama a sbagliarsi su questo ed è la causa della guerra siriana trascinata. Questi sciocchi non hanno nemmeno l'onestà intellettuale, è sempre lo storico che parla, di chiedersi se in questa disputa sia Obama, o invece Putin, che stia sostenendo il principio fondamentale della democrazia più di auto-governo del popolo. Ma l'individuo medio occidentale è facilmente manipolabile dai mezzi d'informazione, così manipolabile da pensare che il nero è bianco, e il bianco è nero; che il bene è male, e il male è un bene.

Questa intervista di Ban Ki-Moon è stata chiaramente sepolta dai giornali spagnoli, perché il governo spagnolo è “alleato” con gli Stati Uniti. Per fare solo un esempio, il più importante quotidiano spagnolo El Pais cita l'intervista con questo titolo: "La Catalogna non è tra i territori con il diritto all'autodeterminazione". Assolutamente falso in relazione alle dichiarazioni di Ban sul punto: "La questione catalana è una questione molto delicata e, come segretario generale delle Nazioni Unite, non sono in grado di commentare su questo, perché è una questione puramente interna”. Capite il grado di manipolazione, propaganda di questi giornali.

El Pais ha poi sepolto la parte che riguarda Assad e Obama (il blockbuster di tutta la storia in realtà), senza un accenno su titolo, foto o sottotitolo, ma con un accenno verso la fine, ma non proprio alla fine, perché – e qui Zuesse rivela una tattica tipica dei mezzi di disinformazione di massa - una delle cose standard che i media di 'informazione' fanno quando non vogliono enfatizzare un particolare punto è quello di riportare la questione verso la fine, ma non alla fine. La conoscenza di come seppellire la notizia è importante per i gestori di qualsiasi 'notizie', per proseguire con la funzione propagandistica, che è il motivo principale per cui la gente molto ricca compra i maggiori media di 'notizie', e perché le grandi aziende hanno scelto di pubblicizzare in (e quindi sovvenzionare) questi mezzi.

L'idea di 'free press', conclude Zuesse, è essa stessa propaganda. In realtà, la stampa è tutt'altro che libera.
In ogni caso, Ban Ki-moon ha preso una posizione coraggiosa e rara sulla Siria: quello che ha detto è corretto, anche se è praticamente innominabile nell'Occidente della cappa di disinformazione. Pensate se contemporaneamente El Pais, Repubblica e New York Times avessero intitolato la notizia sull'intervista di Ban con questo titolo: "Ban Ki Moon condanna la strategia americana sulla Siria e sostiene Putin". Quale sarebbe stata la reazione? Nel mondo che si crede libero, ma che tanto libero non è, difficilmente avremmo una risposta a breve.

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