La profezia sulla Siria si sta realizzando?


In un editoriale molto interessante sull'attuale rebus siriano, Carlos Santa Maria sostiene come la profezia sulla Siria si stia per realizzare. La profezia che vede il trionfo della nazione siriana contro il terrorismo si sta compiendo, nonostante l'enorme attacco sostenuto da diverse potenze bellicose e nonostante la profezia contraria di indovini “neoliberisti” secondo la quale la Siria sarebbe stata distrutta come Sodoma e Gomorra.
Gli attuali colloqui di Vienna sulla Siria, prosegue l'autore, hanno sancito che la Russia - al tavolo con gli attori regionali più importanti, la Turchia, l'Arabia Saudita e Iran, oltre a Cina, Iraq, Qatar, Regno Unito, e altre nazioni rappresentati dall'Unione Europea – ha strappato agli Stati Uniti una certa continuità del presidente Al Assad. Tra i diversi accordi raggiunti in questo vertice, da segnalare sicuramente a priorità da dare alla lotta all'Isis, la garanzia dell'integrità territoriale e la sicurezza del paese, nonché un cessate il fuoco da negoziare attraverso le Nazioni Unite. Ci sono ancora differenze sul futuro del presidente, anche se il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha detto chiaramente che saranno i siriani a decidere.
L'incontro è frutto di una situazione sul campo notevolmente diversa e sintetizzabile secondo Santa Maria in tre punti chiave:
A, il successo del supporto aereo russo al governo legale con la distruzione di un gran numero di obiettivi militari, e che in un mese ha distrutto circa il 35% della capacità militare dello Stato islamico;
B, l'esercito siriano si avvicina sempre di più le posizioni dei takfiríes, pur essendo un risultato lento, mostrando immensi progressi in varie province e l'installazione di zone di contenimento e di progresso;
C il riconoscimento del ruolo cruciale della Federazione russa nel settore regionale e globale, che porta le azioni di pace attraverso la diplomazia politica.
I problemi e possibile rotture da parte statunitense restano. Il Sottosegretario di Stato, Antonio Blinken, ha confermato l'invio di 500 milioni di dollari per la "opposizione siriana", senza definire se sia civile o "moderato", sotto forma di "aiuti finanziari non letale". Il funzionario ha precisato poi che l'intervento militare della Russia non raggiungerà alcun vittoria militare in Iraq e, anche, se si continua ad attaccare lo Stato Islamico, la situazione si aggraverà. La pressione della guerra, a suo parere, sta costringendo il Cremlino a negoziare politicamente a Vienna. Blinken ha insistito sul fatto che la transizione del potere dovrebbe terminare con la destituzione del presidente della Siria. Parallelamente a queste dichiarazioni un nuovo video diffuso in rete mostra come i membri chiamati Free Syrian Army (FSA), designati dalla semantica occidentale come "ribelli moderati", racchiudano le donne in gabbie per essere utilizzati come scudi umani contro i bombardamenti siriani e russi. Nel frattempo, l'Isis uccide dodici bambini che cercano di sfuggire alla scuole di formazione a Mosul.
Ma, conclude l'autore, dobbiamo riconoscere che una nuova arena internazionale per la discussione è aperta per la prima volta sulla crisi siriana come una valida alternativa per la distruzione del paese. Al cui tavolo sono costretti a sedere loro malgrado paesi che avrebbero preferito la disintegrazione di un paese sovrano, sul modello di quanto già accaduto in Iraq e Libia. La 'profezia', in termini propositivi, è soddisfatta, negando le previsioni catastrofiche di coloro che davano per scontato che Bashar Assad sarebbe stato rovesciato dalle potenze bellicose e il trionfo del terrorismo avrebbe gettato la Siria nel caos e frammentato il paese. La possibilità di ricostruire una Siria libera e sovrana, senza interferenze straniere, è ora realtà: lo spirito di riconciliazione che sarà imposto come la previsione finale prevede.

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