Ci chiediamo spesso dove nasca l'Isis e chi lo finanzia. Perché non partire da questo dato?


Ci chiediamo spesso dove nasca l'Isis e chi lo finanzia..

Lo scorso ottobre pubblicavamo questo articolo.


La Francia ha annunciato martedì la firma di una serie di accordi, contratti e lettere di intenti per 10 miliardi di euro con l'Arabia Saudita, durante una visita a Riad del primo ministro Manuel Valls .
L'accordo firmato martedì porta anche alla creazione di un fondo saudita dedicato agli investimenti in società francesi di piccole e medie dimensioni, in particolare nel digitale, energia e rinnovabile, il tutto per due miliardi di euro.
È stato inoltre firmato un memorandum d'intesa tra il Fondo d'investimenti pubblici saudita e il Laboratoire français du Fractionnement et des Biotechnologies (LFB) per la creazione di un impianto da 900 milioni di euro.
Nel settore dell'agrobusiness, l'embargo che ha colpito la carne bovina francese è stato tolto. Trentasette aziende francesi saranno ancora in grado di esportare in Arabia Saudita, ha detto Matignon.
Novità anche per le infrastrutture, per la gestione della rete idrica a Riyadh (€ 3 miliardi di euro), il trasporto urbano (metropolitana di Riyadh: € 1 miliardo), la distribuzione di energia a Jeddah (€ 1 miliardo).
Questa è la terza visita dei più alti funzionari francesi in Arabia Saudita, in meno di nove mesi. Prima di Manuel Valls, il presidente Francois Hollande è stato a Riyad il 24 gennaio dopo la morte del re Abdullah. Hollandè stato anche ospite d'onore il 5 maggio ad un vertice del Consiglio di Cooperaizone del Golfo.
Quando si parla d'affari cosa importa se l'Arabia Saudita ha giustiziato più persone dello Stato islamico. Un paese che oltre ad essere coinvolto direttamente nella guerra civile siriana, da anni finanzia organizzazioni e milizie terroristiche. Un paese il cui ruolo negli attentati dell’11 settembre non è mai stato reso pubblico.


Poi per cercare la risposta non dobbiamo andare molto lontano da chi sta distruggendo i diritti e le libertà per sconfiggere ora il suo Frankestein.

Da Famiglia Cristiana

Abbiamo fatto qualcosa? No. Abbiamo provato a tagliare qualche canale tra l’Isis e i suoi padrini? No. Abbiamo provato a svuotare il Medio Oriente di un po’ di armi? No, al contrario l’abbiamo riempito, con l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti ai primi posti nell’importazione di armi, vendute (a loro e ad altri) dai cinque Paei che siedono nel Consiglio di Sicurezza (sicurezza?) dell’Onu: Usa, Francia, Gran Bretagna, Cina e Russia.
Solo l’altro giorno, il nostro premier Renzi (che come tutti ora parla di attacco all’umanità) era in Arabia Saudita a celebrare gli appalti raccolti presso il regime islamico più integralista, più legato all’Isis e più dedito al sostegno di tutte le forme di estremismo islamico del mondo. E nessuno, degli odierni balbettatori, ha speso una parola per ricordare (a Renzi come a tutti gli altri) che il denaro, a dispetto dei proverbi, qualche volta puzza.
Perché la verità è questa: se vogliamo eliminare l’Isis, sappiamo benissimo quello che bisogna fare e a chi bisogna rivolgersi. Facciamoci piuttosto la domanda: vogliamo davvero eliminare l’Isis? E’ la nostra priorità? Poi guardiamoci intorno e diamoci una risposta. Ma che sia sincera, per favore. Di chiacchiere e bugie non se ne può più.

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