Lo scienziato che nel 1988 lanciò l’allarme sui cambiamenti climatici definisce l’accordo sul clima "una frode"


In mezzo a tutte le autocelebrazioni per la firma di uno "storico" accordo sul clima, senza meccanismo di applicazione, pochi sono più qualificati dell'ex scienziato della NASA James Hansen, che come riporta il Guardian, è lo scienziato che nel 1988 lanciò l'allarme sui cambiamenti climatici...per descrivere la farsa assoluta che è l'accordo raggiunto a Parigi, durante la COP21, la Conferenza mondiale sul clima.
"Siamo al cospetto di una vera e propria frode, un inganno", ha commentato Hansen. "L’impegno è di contenere il riscaldamento di 2 gradi e poi di cercare di fare un pò meglio ogni 5 anni. Sono parole senza senso, non c’è azione, solo promesse. Fino a che i combustibili fossili saranno quanto di più economico hanno a disposizione, continueranno ad utilizzarli. Solo tassando le emissioni di gas serra si riuscirà a indurre le nazioni ad abbassarle abbastanza velocemente da evitare il disastro"

Hansen è stata una fastidiosa, ma rispettata voce sui cambiamenti climatici da quando è salito alla ribalta nell'estate del 1988.
Gli scienziati della Nasa, che stavano analizzando i cambiamenti del clima della Terra a partire dagli anni '70, hanno testimoniato davanti ad una commissione del Congresso che qualcosa chiamato "effetto serra", dove i gas intrappolati vengono rilasciati nell'atmosfera stavano causando il riscaldamento globale con una certezza del 99%.
Un articolo del New York Times sulla testimonianza del 1988 include la proposta radicale che ci dovrebbe essere una "forte riduzione nella combustione di carbone, petrolio e altri combustibili fossili che rilasciano anidride carbonica".
Dopo di che, le cose si sono complicate per Hansen. Lo scienziato sostiene che la Casa Bianca ha alterato la testimonianza successica resa nel 1989, e che la NASA ha nominato un responsabile dei media che controllava quello che il porfessore diceva alla stampa.
"Gli scienziati sono addestrati per essere obiettivi", dice Hansen. "Non penso che ci dovrebbe essere impedito di parlare delle implicazioni della scienza".

Lo scienziato, 74 anni, si è ritirato dalla NASA nel 2013 e rimane un professore alla Columbia University. Negli ultimi anni è stato arrestato più volte di fronte alla Casa Bianca per aver protestato contro la pipeline tra Alberta e Texas, insieme con i membri del gruppo 350.org, che richiede di limitare l'estrazione di carbone e petrolio.

Considerato un allarmista da una parte della comunità scientifica, che non vede di buon occhio il suo attivismo, il suo ultimo contributo alla scienza del clima è stato uno studio pubblicato nel mese di luglio, che assicura che l'obiettivo di mantenere l’aumento di temperatura inferiore ai 2 gradi è "troppo pericoloso" e che l'aumento del livello del mare potrebbe mettere a repentaglio la metà delle maggiori città costiere del pianeta, tra cui New York, Miami, Londra e Shanghai.

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