Quello che l'Arabia Saudita non vuole si sappia sulla sua pressione all'Iran

La situazione tra Iran e Arabia Saudita – con le altre monarchie del Golfo – sembra assumere sempre più rapidamente la sembianza di una guerra per il controllo del Medio Oriente, che rischia seriamente di riscaldare una Guerra Fredda già abbastanza tiepida.
Sugli obiettivi sauditi e su quella che si può presto trasformare, dopo l'esecuzione dello sceicco sciita Nimr Nimr Baqir e anche alla luce del bombardamento dell'ambasciata iraniana in Yemen denunciata oggi da Teheran, in una “guerra senza quartiere”, offre un'analisi moto interessante l'analista Liliya Khusainova.

L
eggi: L'Arabia Saudita bombarda ambasciata iraniana in Yemen. La denuncia di Teheran
Il primo punto da analizzare, sottolinea l'esperta, è chiaramente il petrolio. “Attualmente l'Arabia Saudita e l'Iran, in termini di produzione di petrolio tra i paesi OPEC, occupano il primo e il quinto posto rispettivamente. Dati gli attuali prezzi del petrolio, gli stati del Golfo guidati dall'Arabia Saudita, continuano ad affermare che sono disposti a prendere in considerazione i tagli di produzione, ma solo se accompagnati da altri produttori. Teheran fa ogni sforzo per aumentare rapidamente le esportazioni di petrolio in seguito alla revoca delle sanzioni seguenti accordo sul suo programma nucleare, che potrebbe accadere in i prossimi mesi. Ciò premesso, è logico che l'Arabia Saudita non vuole cedere la quota di mercato in Iran”. Secondo le previsioni di molti esperti, questo potrebbe portare il petrolio a scendere anche sotto i 10 dollari al barile, una catastrofe per l'Arabia Saudita.
Il secondo punto da analizzare sono proprio le condizioni economiche dell'Arabia Saudita. Riad nel 2015 ha registrato un deficit record di $ 98.000 milioni, il 15% del prodotto interno lordo (PIL), a causa del calo dei prezzi del petrolio. I ricavi di quest'anno hanno raggiunto 162.000 milioni di euro, mentre le spese sono aumentate di 260.000 milioni di euro. Da parte sua, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede un disavanzo ancora più grande nel 2015: 130.000 milioni di euro. “E 'chiaro che l'obiettivo finale è quello di aumentare i prezzi del petrolio. E gli sviluppi militari aggravano solo i problemi, ricordando che l'intervento sanguinario in Yemen rappresenta un grande problema per le casse saudite”, scrive Khusainova.
Non a caso l'esperto e direttore di un think tank sul Medio Oriente Evgeny Satanovski afferma che: "l'Iran è un serio contendente. Se si arriva ad un conflitto aperto, Teheran troverà abbastanza alleati nella regione, mentre Riad dovrà sfidare le sue speranze di ricevere aiuti americani, e non è consigliabile".

Per approfondire:
Robert Fisk: "Le esecuzioni dell'Arabia Saudita sono state degne dell'Isis"

Le più recenti da NOTIZIE BREVI

On Fire

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

L'avviso (finale) del Fondo Monetario Internazionale all'Impero Americano

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico   Abbiamo sempre sottolineato che questa enorme crisi geopolitica in corso abbia una origine di tipo economico e monetario. Del resto solo le persone ingenue...

Alessandro Orsini - Le democrazie occidentali, le dittature e l'antropologia culturale

  di Alessandro Orsini*   C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa