La cura FMI non funziona: il Pil ucraino scende del 10%


di Eugenio Cipolla

La guerra (dimenticata) in est Ucraina oggi si arricchisce di un nuovo capitolo. Sono quasi 2.300, infatti, i soldati ucraini uccisi nel conflitto in Donbass, la regione orientale dell’Ucraina dove da quasi due anni separatisti filorussi ed esercito regolare si contendono il territorio. A fornire le cifre ci ha pensato stamattina direttamente il presidente ucraino Petro Poroshenko, durante la “Lezione di coraggio” della scuola militare Ivan Bohun di Kiev, dedicata al giorno della memoria degli eroi di Kruty.
«Complessivamente 2.269 dei nostri guerrieri sono stati uccisi mentre difendevano l’Ucraina dall’aggressione russa», ha detto Poroshenko ha ricordato che a fine 2015, erano ventuno le persone con meno di diciotto anni e 650 quelle di età compresa tra i 18 e i 25 tra le vittime in operazioni anti-terroristiche. «Quasi 10mila uomini sono stati decorati e hanno ricevuto medaglie. A ventisei uomini e a una donna, Nadia Savchenko, è stato conferito il titolo di Eroe dell'Ucraina, quattordici di loro lo hanno ottenuto dopo essere stati uccisi». Il capo di Stato dell’ex repubblica sovietica ha anche che ci sono stati periodi in cui «quasi l'intero Donbass era sotto il controllo nemico, ma ora la sua maggior parte è stata liberata».
Lunedì, intanto, secondo quanto riportato dall’amministrazione ucraina in un comunicato citasto da Interfax, Poroshenko volerà a Berlino per incontrare la cancelliera tedesca Angela Merkel. Al centro dei colloqui non dovrebbe esserci solo la questione della guerra in Donbass e dei mancati risultati derivati dagli accordi di Minsk-2, ma anche quelle relative all’esenzione de visto per i cittadini ucraini che vogliono venire in Europa e all’economia ucraina. E’ proprio quest’ultimo punto a preoccupare moltissimo Poroshenko e l’estabilishment europeo.
Ieri la NBU, la Banca Nazionale ucraina, ha comunicato che nel 2015 il Pil ucraino si è contratto del 10,6%. Un risultato migliore rispetto al -17% del 2014 e al -11,5% stimato per l’anno appena passato, ma comunque disastroso, che dimostra come le politiche di austerità del Fondo Monetario Internazionale non hanno funzionato. Per il 2016 l’Istituto presieduto da Valeria Gontareva prevede che l’economia ucraina cresca dell’1,1%, abbassando le precedenti stime di crescita del 2,4%, anche se non è escluso che il paese possa rimanere in recessione.
Martedì scorso Natalia Jaresko, ministro delle Finanze di Kiev, aveva detto che l’Ucraina si aspetta di ricevere 10 miliardi di dollari dal FMI e da altri partner internazionali nel 2016. «Ci stiamo concentrando sul nostro programma di riforma che sarà implementato quando ci saranno i 10 miliardi di dollari dal Fondo Monetario Internazionale e da altre fonti bilaterali e multilaterali», ha detto il ministro quando gli è stato chiesto quanti fondi l'Ucraina si aspettava nel 2016 da finanziatori stranieri. Di questi 5,8 miliardi dovrebbero venire dal Fondo Monetario Internazionale, 1 miliardo dal governo Usa, 1,3 miliardi dal governo del Giappone, 1,2 miliardi dall’Unione Europea, 300 milioni dalla Germania e 200 milioni da Svizzera e Polonia.

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